Scoperta esclusiva: anche gli uomini piangono. Già, assurdo vero? E il fatto più incredibile, anche alcuni direbbero addirittura sconcertante, è che lo fanno addirittura in televisione, davanti agli occhi di migliaia o milioni di telespettatori, e a quanto pare non c’è immagine da duro, temperamento da rude, narrativa da supereroe o sangue blu che tenga. Oggi, nel 2024, ci siamo resi conto che anche i maschi provano emozioni, e pure loro possono emozionarsi di fronte a una particolare immagine o notizia, in un momento carico di tensione o ancora nei momenti di successo o di fallimento. Insomma, tutti gli uomini, e sì pure quelli etero, cis ecc. ecc., rischiano di mostrare le lacrime, e mostrarle al grande pubblico. Ma si tratta di una tendenza sana oppure no? A chiederselo è il giornale britannico Mail Online che, dopo aver visto Cristiano Ronaldo piangere a dirotto dopo aver sbagliato un rigore decisivo (anche se alla fine la partita l’ha vinta il suo Portogallo) agli ottavi di finale degli Europei di calcio, ha riscontrato un aumento significativo delle lacrime tra i maschi, in giro per il piccolo schermo, dai campi sportivi fino alle incoronazioni. Insomma, a parte Cr7 a mostrarsi con gli occhi umidi per l’emozione è stato anche Jeremy Clarkson nella sua serie su Amazon Prime Video (La fattoria di Clarkson) quando ha scoperto che una delle sue mucche era malata, notizia arrivata durante una telefonata: “Pepper (la mucca, ndr) ha il cancro”; e poi anche i maialini trovati senza vita. Delle scene strappacuore a cui ha partecipato anche la compagna di Jezza Lisa Hogan. E poi ancora il giocatore di football americano Travis Kelce, fidanzato di Taylor Swift, che durante la sua carriera è scoppiato in lacrime tante volte, e infine addirittura il re Federico di Danimarca nel momento della sua incoronazione, lo scorso gennaio, quando si è asciugato le lacrime con il suo guanto bianco. E allora una domanda sorge spontanea: ma le lacrime sono “la massima dimostrazione di forza” o “il più grande deterrente al mondo”?
Ed è lo stesso Mail ha dare vita a questa inchiesta che sa un po’ di sessismo e un po’ di vecchio, di trapassato. Eppure, le persone intervistate sul tema dal quotidiano inglese hanno riportato varie visioni sulla questione. Per esempio, la giornalista Annette Kellow ha dichiarato che “molte lune fa sono uscita con un ragazzo che piangeva – quasi fosse diventata una sorta di patologia –. Non gli piaceva il suo lavoro, aveva litigato con la famiglia e la sua macchina si era rotta […] Mi ha fatto venire subito lo schifo e ho dovuto chiudere la relazione dopo un paio di mesi. Quando gliel’ho detto aveva gli occhi lucidi. Ora se vedo un accenno di lacrime me ne vado”. Beh, la giornalista pare avere un pensiero deciso: “Un tempo – ha confessato ancora al Mail Online – gli uomini erano stoici, robusti e forti. Aprivano le porte, erano la spalla su cui appoggiarsi e avevano un approccio pragmatico alla vita, erano affidabili […] cavallereschi”. E si sa che i piagnucoloni Ronaldo e Jeremy Clarkson, e il re di Danimarca, oltre a disperarsi in lacrime non aprono nemmeno le porte alle rispettive partner, né offrono loro un conforto. Ah, gli uomini di una volta. Insomma, la Kellow ha dichiarato che si sentirebbe “allarmata” se vedesse un uomo piangere in pubblico; ma poi, perché farlo davanti a tutti? “A questo – ha detto la giornalista – che servono i bagni e i piagnucolii sotto le coperte”. Idee diverse, invece, per Tim Mart, fondatore di Know You More una piattaforma di sostegno (o coaching). Per lui, infatti, “non dovremmo vedere le lacrime di Ronaldo come un segno di debolezza, ma come una metafora del sangue, del sudore e delle lacrime versate in questo duro lavoro”. Anche se, sottolinea, “un campo da calcio è un posto molto diverso dall’ufficio, dove le emozioni non sono così spontanee”. Infine, per la “coach di autosviluppo” Holly Matthews “se gli uomini piangessero di più ci sarebbero meno rabbia, meno conflitti e meno guerre”, e per il giornalista Rich Pelley “gli uomini dovrebbero sentirsi liberi di esprimere le loro emozioni”.