Jeremy Clarkson, giornalista e conduttore televisivo britannico, e Greta Thunberg, giovane ambientalista svedese, non sono di certo migliori amici. Spesso, infatti, l’ex volto di Top Gear si è scagliato contro gli attivisti per l’ambiente e le idee espresse dalla ventunenne dalle bionde trecce, senza risparmiare attacchi piuttosto violenti (ma sempre a parole) e infallibili confutazioni delle teorie (e dei complotti) green. Ultimamente, però, tra i due blocchi sembra ci sia stato un avvicinamento. Prima Jezza abbraccia un’agricoltura sostenibile, questa avviata nella sua fattoria Diddly Squat Farm, protagonista di una serie firmata Amazon Prime Video, e poi ritorna a parlare di Greta e dei suoi “gretini”, come vengono chiamati in modo ironico i suoi seguaci qui in Italia, negli articoli pubblicati per le più importanti testate del Regno Unito. Nel suo ultimo pezzo per il The Sun, infatti, Clarkson ha ripreso in esame il tema del riscaldamento globale, ma questa volta usando un tono inusuale; che non manca, però, di attacchi diretti a quelli che lui chiama i “discepoli di Greta”. Insomma, il cambiamento climatico secondo Jeremy “è un fatto”, anche se…
Insomma, Jezza comincia evidenziando una strana differenza tra la realtà e la sua narrazione. “Mercoledì – comincia nel suo articolo – è stato quello che una volta chiamavamo un bel giorno d’estate. Cielo azzurro, una brezza leggera e gente seduta al parco a bere vino, mangiare formaggio e prendere un po’ di sole”, eppure per molti quel giorno è stato diverso, molto diverso. Infatti, continua Jeremy, “secondo i maniaci del clima, si è trattato dell’ennesimo esempio del riscaldamento globale. Un promemoria della realtà dell’emergenza climatica e, a meno che non iniziamo tutti a mangiare fango e a vandalizzare i dipinti, bruceremo tutti urlando agonizzanti”. Insomma, una previsione piuttosto tragica. Quindi, tutti coloro che in questi giorni si stanno godendo le belle giornate estive, magari su una spiaggia, sdraiati sotto i raggi del sole, sono avvisati: moriremo tutti, e male. Eppure, continua Clarkson, “vi ricordate di maggio? Non è stato affatto felice. Il sole (in Gran Bretagna, ndr) a malapena compariva dietro la folta coltre di nuvole grigie, e dovevamo indossare dei cappelli di lana per il freddo. Ma no – sottolinea –, per i discepoli di Greta non è stato così”. Ed ecco la seconda incongruenza tra realtà e narrazione degli ambientalisti secondo il giornalista inglese. “Per loro maggio è stato il mese più caldo mai registrato. Dicono che, nonostante le giornate fossero più fredde e uggiose del solito, le notti sono state più calde. Capisco – continua Jeremy –. Prendi una statistica che nessuno può confutare perché dormivamo tutti, e la usi per affermare la tua argomentazione”. Sì, si tratta delsolito scontro Jeremy vs ambientalisti; ma questa volta c’è qualcosa di diverso. Infatti, continua Clarkson, “non sto dicendo che il clima non stia cambiando, e molto probabilmente una delle cause è l’attività umana. Credo inoltre – evidenzia – che l’alzamento delle temperature in tutto il mondo causerà danni agli agricoltori, danni alla fauna selvatica, e gravi problemi migratori per il nord Europa e l’America […] Penso – continua nel suo articolo – che la maggior parte delle persone ragionevoli abbiano recepito il messaggio. Allora perché gli eco pazzi sento il bisogno di alterare la realtà, distorcere le statistiche e dipingere le mappe metereologiche di rosso scuro?”. Insomma, sottolinea Jezza, “sarebbe come cercare di dimostrare che la Terra gira intorno al sole o che l’Inghilterra dovrebbe giocare meglio agli Europei […] Lo sappiamo già”. E no, forse non abbiamo bisogno di previsioni catastrofiche, né tantomeno di cominciare a mangiare del fango o aver paura delle belle giornate di sole, “ciò di cui abbiamo bisogno – scrive Clarkson – sono soluzioni scientifiche, e non le otterremo se degli idioti comunisti continueranno a rifilarci ogni giorno una dieta isterica a base di sciocchezze tipo ‘basta con il petrolio’”.