Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 Simone Biles si è mostrata per la prima volta fragile, vulnerabile, sconfitta. Per tornare quella di un tempo o, addirittura, più forte di allora, la ginnasta americana ha lavorato nel silenzio di tre anni complessi, pronta a ritrovarsi per dimostrare a Parigi il proprio valore in pedana. Tre anni dopo quella delusione, nei Giochi di questo 2024, sta mostrando a favore di telecamera un talento, una dedizione e una perseveranza assoluta, in una nuova versione di sé. Tanti sacrifici e tanta forza di volontà, perchè tra le due Olimpiadi, la ginnasta statunitense è dovuta scendere a patti con ciò che l'ha fatta soffrire di più: dal peso delle pressioni mediatiche, ai commenti razzisti sul suo aspetto fisico, al processo per molestie contro Larry Nassar (per anni medico della nazionale statunitense accusato da molte ginnaste di abusi e molestie sessuali).
Un percorso che l’ha portata a non frequentare la palestra con costanza per circa un anno e mezzo, tutto il tempo che le è servito per metabolizzare ciò che è successo e tornare più forte che mai. Sì, perchè la Biles che abbiamo visto nelle prime due giornate di competizione a squadre, non era la solita, bensì una versione più consapevole delle sue capacità, più serena e forse per la prima volta, pronta a divertirsi, senza pensare troppo al risultato finale. Risultato che sarebbe arrivato comunque perché nessuno è come lei, che nella finale a squadre ha scelto di non spingere il suo corpo al limite, evitando di portare l’ultimo elemento che prende il suo nome, il Biles2, ovvero uno Yurchenko, doppio salto carpiato indietro dalla difficoltà di 6.4. E nonostante questo ha trascinato la squadra americana alla medaglia d’oro. Senza fermarsi perchè a completare il capolavoro si aggiunge una storica medaglia d’oro individuale, diventando l’unica ginnasta in grado di vincere più di un titolo individuale olimpico, ottenendo così la sesta medaglia d’oro e la nona complessiva ai Giochi Olimpici.
Simone Biles ha fatto vedere ancora una volta di essere su un altro livello di competizione, perchè nonostante le sbavature, come le uscite di pedana al corpo libero, lei con il suo sorriso dimostra di essere in grado di portare elementi che sfidano le leggi della gravità e che necessitano di una spinta e di una forza che non tutti hanno. Questo è ciò che la contraddistingue da sempre, la sua velocità, la sua fluidità nel realizzare esercizi con difficoltà elevatissime e la sua esplosività che insieme al suo carisma trovano la massima espressione nel corpo libero.
Lei, che grazie al talento e alla perseveranza ha conquistato l’ennesima medaglia d’oro, la nona olimpica, diventando così la donna più medagliata nella storia degli Stati Uniti, ha scelto di non stare zitta e tramite i social togliersi qualche sassolino. Il primo inerente ai suoi capelli, non sempre tenuti raccolti come in gara, a cui ha risposto in una storia sui social dicendo: “La prossima volta che volete fare commenti sui capelli di una ragazza nera, non fatelo”. Sempre su Instagram ha lanciato una frecciatina all’ex-ginnasta Mykayla Skinner con cui ha partecipato ai giochi olimpici nel 2016 e nel 2020 che aveva affermato: “Oltre a Simone, sento che il talento e la profondità non sono più quelli di una volta, le ragazze non hanno più l’etica del lavoro”, ma è bastata una foto con la medaglia al collo con la didascalia: “Mancanza di talento, pigre, campionesse olimpiche” a far arrivare le scuse.
Nello sport, infatti, sono i risultati e le “Golden Girls” soprannome della squadra statunitense, ci hanno messo davvero poco a zittire tutti. Questa volta Simone Biles non ha insegnato solo una lezione di sport, ma una lezione di vita, mostrando cosa vuol dire essere campioni sia in campo gara che nella vita di tutti i giorni. Perchè l’appellativo di “GOAT” ovvero il più grande di tutti i tempi non viene dato a caso, e la collana che ha indossato dopo aver concluso la sua esibizione non è che un piccolo simbolo che dimostra quanto stia rivoluzionando la ginnastica artistica essendo solo, come ha raccontato la stessa Simone in conferenza stampa, “Simone Biles da Spring, Texas" una ragazza che "ama saltare”.