Il 1° maggio del 1994 a Imola Ayrton Senna si consegnava definitivamente a un destino ineluttabile per quelli come lui: diventare leggenda. Dopo quel weekend maledetto la Formula 1 ha continuato a esistere, ma non più allo stesso modo. Sono arrivati altri piloti, nuovi campioni che hanno sfidato il tempo e la velocità esattamente come lui e che hanno infranto i suoi stessi record, eppure dopo trent’anni il ricordo di “Magic” è più vivo che mai. Senna era il più umano tra gli umani una volta spenti i motori, e piegava il proprio talento a un’emotività difficile e quasi mai nascosta. Pieno di contraddizioni e forse proprio per questo tanto amato. Schivo e riservato, ma glamour e affascinante; tenebroso e tormentato, eppure luminosissimo; retto da un’incrollabile fede, ma feroce verso il prossimo in pista e a tratti bellicoso. Gli occhi, emblematici, malinconici, sempre alla ricerca di un orizzonte a noi sconosciuto. Un brasiliano di buona famiglia che con i propri trionfi è riuscito a unire almeno nella gioia sportiva le favelas e i padroni. Ossessionato quasi quanto dalla vittoria per il concetto di “opportunità” che attraverso la sua Fondazione desiderava offrire a tutti quei bambini i cui sogni non potevano neanche essere espressi.
Più che dei tre titoli mondiali, delle vittorie, dei duelli e dei sorpassi al limite, di Senna continua a vivere la persona che è stato. Da fuoco che divampava in vita, Beco si è trasformato in vento nella morte. Un vento primaverile, carico di malinconia per ciò che era e non è stato più, che ha superato il tempo e lo spazio, e che continua ad alimentare la passione di atleti in tutto il mondo. Esempio e idolo dei piloti della Formula 1 passata e presente, e ispirazioni per i piloti che verranno, come per i giovani Kimi Antonelli e Minì che, pur non avendo avuto modo di vedere il tricampeão in azione, individuano in lui un modello da seguire. La grandezza del mito, però, non vive solo nella Formula 1, ma attraversa le discipline sportive più disparate. Senna, infatti, è un sentimento che supera la saudade e sfocia nella fede religiosa nella finale del Mondiale di calcio del 1994 tenutosi negli USA: la nazionale di calcio brasiliana vinse ai rigori contro l’Italia di Arrigo Sacchi e furono in molti a pensare che dietro il rigore sbagliato da Roberto Baggio ci fosse stato un intervento divino dello spirito di Ayrton.
Il Brasile lo ha amato più di Pelè e continua a farlo, forse il legame è paragonabile a quello tra l’Argentina e Maradona, non a caso anche tra i calciatori più vincenti della seleção Senna sia il principale punto di riferimento. Neymar dopo le vittorie nel “Clasico” e nel derby contro l’Espanyol ai tempi del Barcellona nel 2013, fece sapere che il pilota brasiliano era una sua fonte di ispirazione nella vita attraverso la condivisione sui social di una sua famosa frase: "Chiunque tu sia, qualunque sia la tua posizione sociale, alta o bassa, abbi sempre molta forza e molta determinazione e fai tutto con molto amore e con molta fede in Dio, che un giorno raggiungerai il tuo obiettivo”. Anche l’ex giocatore del Milan, Ricardo Kakà, non è stato immune al fascino di Senna, ricordando in modo vivido la grandezza del pilota e il silenzio assordante che avvolto la Nazione subito dopo la sua prematura scomparsa: “Sono un grande ammiratore di Ayrton Senna, mi faceva impazzire. Il giorno della sua morte lo ricordo molto bene: avevo 12 anni ed iniziai a vedere la gara a casa, ma poi avevo una partita con il San Paolo nel pomeriggio. Arrivato lì vidi tutti i miei compagni in lacrime, la notizia dell’incidente si era diffusa, ma non quella della sua morte. Solo più tardi sapemmo della sua scomparsa, da lì in poi vivemmo una settimana molto difficile. Io ero molto piccolo, ma Senna era già un personaggio importante per tutti i brasiliani”.
Sempre nel mondo del calcio, ma questa volta in Italia, è stata la bandiera della Juventus e campione del mondo nel 2006, Alessandro Del Piero, a inaugurare una mostra espositiva a Torino in onore di Beco nel 2015 e a ricordarlo come “un vero artista nel suo mondo, un personaggio a 360°, che è riuscito a entrare nel cuore della gente per quello che ha fatto dentro e fuori la pista. La sua è una storia di coraggio, agonismo, passione, determinazione, professionalità, voglia di vincere. Tutta la sua storia è attraversata da una straordinaria umanità e non può che essere d’ispirazione”. Il fascino di Senna ha colpito anche altre leggende dello sport nostrano che hanno avuto modo di riconoscere in lui quel “quid” che lo rendeva speciale. “Ayrton Senna è stato il pilota più iconico della storia, per il suo carisma, il suo talento e ispirazione per tutti – così parlava Valentino Rossi nel 2019 - Ricordo bene quel giorno, ero a Vallelunga e pensavo non fosse vero, qualcosa di irreale”. Nello stesso anno anche l’istrionico Alberto Tomba ricordava a Imola durante le commemorazioni del 1°maggio quanto l’ex pilota di McLaren e Williams fosse una figura di riferimento per tutti gli appassionati legati al Circus e non solo. Un mito immortale.
C’è chi attraverso Senna ha ritrovato pace dopo una ingiustizia sportiva (proprio lui che era tormentato dalle dinamiche politiche della Formula 1) come il pilota di MotoGP Franco Morbidelli, che l’anno scorso a Jerez dopo aver ricevuto un long lap penalty a seguito di un incidente durante la Sprint Race del giorno prima aveva dichiarato: "Ayrton è l’essenza del pilota, un faro per tutti gli sportivi, non solo per noi piloti - le parole dell'italo-brasiliano -. Sabato sera ero triste, sentivo di non meritare la penalità e mi è venuto in mente subito lui e tutte le peripezie che ha avuto con la politica attorno al Motorsport e l’eleganza con cui le ha affrontate. Mi ha dato una grande serenità pensare a lui". Chi, invece, proprio attraverso la lungimiranza del progetto del tricampeão cerca la tanto cara “opportunità” per riscattare la propria vita. È il caso del surfista brasiliano Marcelo Luna, che grazie al sostegno della Fondazione Ayrton Senna si lascia alle spalle un’adolescenza difficile segnata dalla droga, dimostrando ai giovani che cambiare è possibile. Luna, infatti, mentre cavalca le onde giganti con la sua tavola porta con sé i valori e l’impegno sociale del compianto campione, costante ispirazione a fare del proprio meglio sempre. La foga del mito di “Magic” arriva anche in un ambiente notoriamente più abbottonato come quello del tennis attraverso Hubert Hurkacz, attuale numero nove al mondo e grande appassionato di motori, che ha definito Senna il suo pilota preferito e un’ispirazione assieme a Charles Leclerc.
Trent’anni sono tanti, lo scorrere del tempo finisce sempre per sopraffare la memoria di chiunque, ma non in questo caso. Senna non smette di essere ricordato, commemorato, celebrato e tramandato. Da lassù, se un “lassù” davvero esiste, continua a vivere in chi lo ha conosciuto o è stato solo sfiorato dal suo bagliore. È l’emblema di quell’amico per cui si è pianto quando si è visto partire, come recita “Canção da América” di Milton Nascimento, una delle canzoni preferite di Beco, ma che non si smette di cercare e voler incontrare a qualsiasi costo, il ricordo non è mai volato via perché vive nei cuori di tutti.