Marco Bezzecchi lascia Jerez de la Frontera con il primo podio della stagione e 78 giri nel test del lunedì, chiuso in 13° posizione. Lui dice che per sentirsi veramente tornato dovrà vincere ancora, una sensazione che gli manca dal GP d’India 2023, anche se intanto è arrivato il primo podio. Il suo buonumore è direttamente proporzionale al numero di parolacce infilate nei suoi discorsi. Imprecazione, risata, battuta. E poi altra risata, concetto articolato, battuta. Starci a parlare è piacevole, non facilissimo però: rimanere professionale davanti a Marco Bezzecchi non è banale, però devi farlo. Lo incontriamo nel suo camion dopo una sessione di fisioterapia, sembra si sia appena svegliato.
Danilo Petrucci un po’ di tempo fa ci ha detto che tifa per te perché siete tutti e due ‘figli del grasso della ralla’. Come ti suona?
“Ah, io e Petrux siamo molto amici e mi fa molto piacere che lui tifi per me. Questa cosa del grasso della ralla… (ride, ndr). Alla fine è il mio passato e non posso che esserne contento, per me è la normalità”.
Pensi mai a come è cambiata la tua vita negli ultimi tre anni, da quando corri a massimo livello in MotoGP?
“È vero che la mia vita è cambiata tanto, sopratutto in questi tre anni. È stato strano e un po’ particolare, anche se molto bello. Io non penso tanto spesso a com’era prima, cerco soltanto di abituarmi a come è adesso”.
È dura?
“No, non è dura. Però è sempre un cambiamento e ai cambiamenti ti devi abituare”.Come va con Fabio Di Giannantonio dall’altra parte del box?
“Molto bene”.
Ancora però non vi siete dati al trash talking.
“No, non faccio trash talking con Diggia. A dire la verità non lo faccio con nessuno, eccetto Pecco”.
Puoi spiegare a un’idiota la differenza tra la moto che guidavi lo scorso anno, la GP22, e questa 2023?
“Non è troppo diversa. Però cambia tutta la parte davanti e il modo di fermare la moto: cambia il motore, cambia l’erogazione, cambia l’abbassatore. Ok, a pensarci bene è abbastanza diversa. La cosa che è cambiata di più è la sensazione che mi trasmette la parte davanti, l’anteriore”.
Con VR46 hai firmato un contratto di un anno. Qual è il migliore scenario possibile per te, correre per un team ufficiale o guidare una moto ufficiale qui, con questa squadra?
“Io ambisco ad andare in un team ufficiale, con una moto ufficiale. Però certo, ora è un po’ presto e ho fatto un po’ di fatica fino a oggi, quindi il mio obiettivo primario è quello di riprendermi: non sto pensando tanto al futuro, voglio andare forte”.
Dopo il terzo posto nella domenica di Jerez senti di essere tornato?
“Sono molto contento del risultato, ci voleva una bella gara. Per me però sarò tornato quando mi potrò riconfermare, prima è difficile. Jerez è stato un bel weekend, però tutto può cambiare in un attimo”.
Dal 2027 la MotoGP cambierà il suo regolamento tecnico: pare ci sarà meno aerodinamica, potenza, dispositivi. Tu la MotoGP del 2027 come la vorresti?
“A me la moto piace molto come è adesso. Mi piacciono le ali, gli abbassatori. Mi piace che vada così forte, alla fine quando sono arrivato in MotoGP le moto erano queste, non so come era prima. Però ecco, non credo di essere nella posizione di dire come vorrei la moto, anche se a me piacerebbe che restasse così”.
Franco Morbidelli dice che di tutte le cose che fate con l’Academy - motocross, Ranch, Ohvale, kart - lui preferisce il Ranch e il karting. Tu?
“A me il Ranch piace molto perché oltre che per l’allenamento in sé è un posto della Madonna. È bellissimo andare lì. A me il kart piace molto però, preferisco sempre le moto”.
E una giornata al Mugello o a Misano?
“Ah, diobò. Se devo mettere a confronto una giornata al Mugello o a Misano… chiaramente vincono Mugello o Misano”.
Pedro Acosta è una bega?
“È una bega come tutti gli altri”.
Qualche settimana fa hai rilasciato una lunga intervista a Gianluca Gazzoli in cui dici che se odi qualcuno gli stai già dando un vantaggio. È una frase potente.
“Sì, alla fine bisogna trattare tutti alla stessa maniera perché sono tutti rivali alla stessa maniera. Se un tuo avversario ti sta più antipatico degli altri è come se indirettamente gli stessi dando un vantaggio, un’importanza in più. E non va bene”.
Potresti fare ‘il guru del mindset’, spiegare questa roba su YouTube.
“Ma guarda, secondo me se lo chiedi ad altri è facile che ti dicano la stessa cosa. È vero che con Carlo (Casabianca, ndr.) che è il mio preparatore parliamo tanto quando siamo da soli io e lui, spesso entriamo in certi discorsi… lui mi fa ragionare molto bene a mente fredda. È una cosa che ho imparato un po’ negli anni, magari quando ero in Moto3 o in Moto2 mi capitava di avere problemi con qualcuno in particolare, però questo influenzava la mia prestazione. Per stare calmo ho dovuto lavorare, non è una cosa innata per me”.
Ci sono queste foto di te a New York con una Ducati 998 e una giacca che è un omaggio alla psichedelia.
“È stato molto bello, era la prima volta a New York per me e anche se non ho avuto moltissimo tempo per vedere la città ne ho avuto a sufficienza per farmi venire quella gran voglia di tornarci. Mi sembrava di essere in un film, vedi tutti quei posti che eri abituato a vedere in televisione”.
La 998 è bellissima. Tu ce l’hai qualche moto particolare in garage?
“Io e il mio babbo teniamo tutte le moto d’epoca di mio nonno, che aveva un sacco di Moto Guzzi. Però non sono mie, capito? Per adesso non ho un parco moto di cui andare fiero. Ho la moto che ho vinto in Moto2, la Triumph, e poi soprattutto ho un sacco di mezzi per fare il cogli*ne: c’ho l’Ape, c’ho il Booster, c’ho un triciclo per fare traversi… ce ne ho di roba così, però di moto no (ride, ndr.)”.
Qual è la mitica per te? La moto perfetta? Magari uno dice Honda RC30, oppure Ducati 916… vale anche la NSR 500 o un’altra moto da corsa.
“Allora per me l’Aprilia 250 è sicuramente la moto più bella di tutte. Come posso dirti… il rapporto peso/potenza è ‘na roba devastante. Purtroppo non l’ho mai provata, però l’ho vista scaldare e quando Biaggi ha fatto quel giro al Mugello due anni fa e Carletto il mio meccanico storico della Moto2 gli ha dato tre o quattro sgasate lì sul cavalletto e come sgasa lui… se io sono qua e sento scaldare una moto se è Carletto lo riconosco anche senza guardare”.
Carletto che, ricordiamo, lo hai scritto sulla manopola del gas per ricordarti di lui.
“Sì, esatto”.
A pensarci un modo per guidare questa Aprilia 250 lo avresti… Come vedi la possibilità di passare ad Aprilia l’anno prossimo?
“Guarda… A me piacerebbe molto continuare con Ducati ovviamente, mi ci trovo benissimo e sono fantastici, sia loro che la loro moto. Però io sono aperto a tutto, è giusto che sia così in questo momento. Però sai, adesso devo più che altro andare forte”.
D’accordo. Senti, com’è la vita da single?
“Come quella da fidanzato, solo che quando torno a casa sono solo col cane”.
Risate. Laura, la sua addetta stampa scuote la testa con un sorriso. Fare il suo lavoro con uno come Marco Bezzecchi fa curriculum. Lui, comunque, torna serio e prova a spiegarsi.
“Durante la stagione che tu abbia la morosa o no cambia poco, magari la vita da single te la godi di più in un momento di pausa. Durante la stagione alla fine è uguale, non è che ho tempo per uscire… cioè sì, esco, ma non è che posso fare le sei di mattina, capito? Esco e vado a salutare i miei amici al bar, poi però mi alzo alle sette quindi mi tocca andare a dormire a un’ora decente”.
A proposito: i tuoi amici ti chiedono mai una mano per rimorchiare?
“In realtà per fortuna ho un gruppo di amici veramente figo, ci conosciamo da tanto tempo e siamo una compagnia grande, roba che adesso dalle mie parti non si vede più. Ci divertiamo di più a fare i caz*oni invece che andare in discoteca a provarci con le tipe. Sarà successo sicuramente, però è più un caso che una strategia”.
Sei andato a Imola a vedere Valentino correre nel WEC: come è stato?
“Bello, anzi bellissimo. Ovviamente è un mondo un po’ diverso rispetto alla MotoGP, è un paddock diverso. Soprattutto è proprio una gara diversa, sono macchine e non moto e poi sono più categorie insieme, senza contare che è una gara endurance in cui alla fine non conta sempre essere il più veloce: bisogna massimizzare il tutto facendo pochi errori con una velocità che ti consenta di essere più costante dei tuoi rivali commettendo meno rischi. Io sono andato a vedere Vale solo nelle gare italiane - Misano, Imola - ma lo seguo anche da casa e devo dire che in pista capisci molta più roba. Da casa è sempre un gran casino: le hypercar vanno il doppio, le GT sembra che vadano a spasso… poi magari inizia a piovere e le hypercar si inchiodano e le GT volano, quindi si scombina tutto. A vederla dalla tele non ti dà lo stesso gusto, invece vederla lì è stato proprio bello innanzitutto perché capisci bene il lavoro che fanno nel box, una roba fighissima. Sia il pit stop che il lavoro dei tecnici durante la gara: questi comunicano col pilota, tra di loro e con gli ingegneri a casa, tutto in tempo reale e durante la gara, con i dati sotto. È affascinante, molto figo. In più la squadra, i meccanici, fanno un lavoro molto diverso dal nostro. È una corsa contro il tempo anche la loro però cavolo… c’è proprio dietro una preparazione fisica. Si scaldano, si allenano, c’è la squadra per il Pit stop. È un peccato che da casa renda un po’ meno. Comunque ecco, è stato bello anche vedere Vale, lui è stato molto contento e io anche, è stato bello stargli vicino come fa lui con noi”.
La settimana scorsa era il compleanno di Uccio e qualcuno ha tirato fuori questa foto: ora oltre alla bega dei ricci e del cerotto come il Sic ti accolli anche ‘Marco Bezzecchi uguale a Valentino Rossi’. Ti fa un po’ impressione? Ti senti condannato a vincere?
“Questa qui è l’immagine del profilo di WhatsApp di Uccio (ride, ndr). Mi fa strano? Boh, non lo so. Se mi sento condannato a vincere… Più che altro mi sento condannato ai paragoni con gli altri, però… se è Vale non mi pesa, perché lo stimo e lo tifo”.
Se vinci quest’anno cosa ti regali? L’anno scorso ci avevi parlato di Nike Travis Scott Olive.
“In realtà ho fatto una scommessa con un paio di miei amici, però non posso dirla! Qualcosa c’è, una bella scommessa… se vinco una gara sola sinceramente per ora non ho niente che mi serve, così su due piedi non saprei che dire”.
Siamo nella terrazza del camion fuori dal box, arriva Andrea Migno che comincia a tagliarsi le unghie in un bidone.
Com’è MigBabol, il nuovo podcast di Andrea Migno? L’hai sentito? Ci puoi dare delle anticipazioni?
“L’ho sentito in anteprima e sono uno degli sponsor, ho sposato questo progetto dall’inizio. Da prima che nascesse”.
Come è nato il nome?
“Ah, quello bisogna che lo chiedi a lui. Io ho solo pagato”.
Marco Bezzecchi si alza ridacchiando, saluta Andrea, si mette a chiacchierare. L’adattamento alla GP23 è stato più faticoso del previsto, eppure il talento ha sempre ragione. E tra due settimane si corre in Francia, a Le Mans primo circuito dell’anno in cui Marco Bezzecchi arriva da vincente, per altro con il primo podio del 2024 in tasca.