Dopo il prossimo dicembre si metterà in tasca qualcosa come un milione di Euro al mese, per due anni, e Fabio Quartararo, da quando ne ha avuto certezza, aveva già abbandonato l’espressione depressa che lo ha accompagnato nelle ultime due stagioni. Adesso, però, sul viso del francese s’è rivisto addirittura il sorriso. Non tanto per il podio (centrato e poi sfumato per la regola sulla pressione delle gomme) ritrovato a Jerez, ma per quello che ha potuto provare nei test del giorno successivo: una M1 letteralmente rivoluzionata.
La regola aurea della VR46: i piloti fanno "solo" i piloti
Il nuovo prototipo di Yamaha è diverso in tutto, a cominciare dall’estetica, che la fa apparire più snella e molto molto simile alla KTM RC16. Di comune rispetto al passato c’è solo che il motore è un quattro in linea, anche se pure dentro al motore sembra essere tutto sostanzialmente diverso grazie al lavoro degli italiani di Marmorini. Nel test di ieri a Jerez, Fabio Quartararo non ha strappato tempi pazzeschi, ma è tornato a girare con il gusto di farlo e con la consapevolezza che finalmente in Yamaha sembrano aver trovato la quadra.
Un aiuto arriva dal “metodo Ducati”, anche se Marc Marquez non è l’esempio
“Per la prima volta da quando sono in Yamaha non ho provato qualcosa di leggermente diverso, ma di sostanzialmente diverso. Sono contento” – ha affermato il campione del mondo del 2021 prima di provare a scendere un po’ più nei dettagli. “Il nuovo telaio che abbiamo testato è quasi una rivoluzione – ha spiegato – E’ stato un cambiamento enorme sentire le novità sulla moto. Per noi è stato davvero un primo passo. Ma ora dobbiamo fare un altro test per vederci chiaro e avere qualche idea su cosa fare sulla moto”. Il francese è consapevole che per vincere ci sarà ancora da lavorare e che probabilmente un piccolo step in termini di risultati potrà effettivamente vedersi solo dopo il Mugello, con altri test previsti sul circuito toscano.
“Non c’è stato solo il telaio – ha concluso il francese - abbiamo provato tante, tantissime cose. A cominciare da una nuova aerodinamica, un nuovo forcellone, una nuova elettronica. Difficile trarre conclusioni in questo momento. Certo, ora bisognerà analizzare bene i dati. Alcuni aspetti sono positivi e alcune cose purtroppo non funzionano. Ma avremo più test al Mugello dopo il GP di Francia e sapremo dove andare a intervenire. Comunque, alcune delle cose provate oggi le porteremo verosimilmente già a LeMans, nel prossimo GP. E’ sempre meglio provare su circuiti diversi, e per Le Mans utilizzeremo alcune cose che non sono male. Sarà interessante vedere quali saranno le mie sensazioni su tre circuiti diversi, soprattutto perché Le Mans e il Mugello sono molto diversi da Jerez”.