Suonarle alla KTM al Red Bull Ring - per altro nella Sprint in cui le gomme non sono il problema - è l’esatto contrario di facile. Pecco Bagnaia, però, è di quelli che riescono a far sembrare facile anche quello che facile proprio non è, soprattutto quando gli capitano quelle giornate di grazia assoluta in cui sembra uno Jorge Lorenzo con la cadenza piemontese. La sua Sprint al Red Bull Ring è stata perfetta. E l’ha detto pure Gigi Dall’Igna: “Pecco è stato impeccabile sin dalla partenza. Sapevamo che qui non sarebbe stato facile perché le KTM vanno forte veramente, tanto che abbiamo portato anche qualche novità in più proprio perché ci aspettavamo di dover soffrire più del solito. Ma Pecco è stato perfetto”.
S’è messo subito davanti, tirandosi fuori dai soliti pericoli della partenza, regolando Brad Binder nei primissimi giri con tempi quasi da qualifica, fino a costringerlo alla resa. “C’ho provato tanto all’inizio – ha raccontato il sudafricano – poi ho capito che se avessi voluto stargli addosso avrei rischiato troppo: Pecco in uscita di curva era velocissimo”. Velocissimo, praticamente imbattibile. Con i punti di distacco dal secondo in classifica generale, Jorge Martin (oggi terzo tra le polemiche), che adesso sono 46. Proprio sotto gli occhi di Valentino Rossi che, nonostante la delusione per la caduta alla prima curva di Marco Bezzecchi e quella poco dopo di suo fratello Luca Marini, è sceso immediatamente in pista per congratularsi con il campione del mondo.
Su Pecco Bagnaia c’è poco altro da dire. Perché oggi al Red Bull Ring s’è messo nella condizione in cui sanno mettersi solo i campioni: risultare talmente superiore al punto di far parlare d’altro. L’altro di cui parlare, nello specifico, sono i temi di offerti dalla Sprint d’Austria: da Jorge Martin in versione bowling a Franco Morbidelli che vince la gara nella gara tra giapponesi, passando per un Pol Espargarò eroico e un Fabio Quartararo a cui, invece, sembra proprio non volerne andare dritta una. Il francese, infatti, dopo essere rimasto coinvolto nel casino della prima curva, ha anche effettuato una manovra al limite su Lorenzo Salvadori, buttandolo a terra e rimediando un long lap penalty. Al sabato terribile di Fabio Quartararo ha fatto da contraltare quello quasi perfetto di Pol Espargarò. Lo spagnolo della Gas Gas, tornato in sella solo da due settimane dopo il gravissimo infortunio di Portimao, ha lottato al vertice, regolando le Aprilia di suo fratello Aleix e quella di Maverick Vinales e spiegando a tutti, in soli dodici giri, che, se in KTM c’è un pilota che rischia il posto, quel pilota non è lui.
Chi il posto l’ha perso nonostante tutto, ma in Yamaha, è invece Franco Morbidelli, che anche oggi al Red Bull Ring ha vinto la gara nella gara tra piloti che guidano una moto giapponese. Nono davanti a Marc Marquez e pronto, ormai, a annunciare il nome del team con cui l’anno prossimo proverà a rinascere dopo i due anni terribili trascorsi in sella alla Yamaha. Sarà una Ducati, e questo sembra ormai certo, anche se ora resta solo da capire se avrà i colori della Gresini Racing, del Team Pramac o del VR46 Mooney Team.