Nel 2020 c’è mancato niente che si mettesse in tasca un titolo mondiale e a essere maliziosi viene pure da chiedersi se Yamaha quella volta l’abbia aiutato abbastanza. L’anno successivo, nel 2021, il pilota italobrasiliano s’è ritrovato nel box un certo Valentino Rossi e l’unica moto ufficiale è chiaramente finita nelle mani del 46. Nel frattempo, agguantato il sogno del team factory, a Franco Morbidelli è stato chiesto di rinunciare a Ramon Forcada, il tecnico con cui aveva creato un rapporto perfetto, fruttifero e pure speciale. Ci si è messo di mezzo anche un infortunio e proprio quando Franco Morbidelli cominciava a rimettersi in forma in Yamaha hanno cominciato a chiedersi se non fosse il caso di prendere Alex Rins e chiudere in anticipo il contratto con l’italiano. Alla fine hanno scelto lui, rimandando l’arrivo di Rins di una sola stagione e aspettando la scadenza naturale di quel contratto. Però questa estrema sintesi basta da sola per spiegare un titolo: Franco Morbidelli non è un pilota a piedi, Franco Morbidelli è finalmente un uomo libero.
Perché in questi anni non ha fiatato mai e di motivi per piagnucolare ce ne sarebbero stati pure parecchi. Ha lavorato e zitto, senza mettere mai una parola fuori posto e senza accendere mai la luce sul vero problema di Yamaha: una moto che proprio non vuole saperne di andare forte. Quando ha potuto, Franco Morbidelli ha pure messo le ruote davanti a quelle del più considerato compagno di squadra, Fabio Quartararo, e i suoi punticini li ha pure messi in tasca nonostante uno scenario disastroso. Ha vinto poco, ma tra quel poco che ha vinto c’è di sicuro la sfida alla sfiducia che, vuoi o non vuoi, ha avuto intorno in quasi tutti gli anni che ha passato in Yamaha.
Tanto che persino il marchio giapponese ha dovuto riconoscergli qualità di uomo che non si lamenta mai, che mantiene comunque sempre la linea aziendalista e che prima di parlare dei difetti degli altri preferisce correggere i suoi. Gli hanno chiesto di diventare il loro uomo in Superbike, anche con un bel po’ di soldi sul piatto, ma a Franco Morbidelli frega niente di essere un pilota a piedi. Meglio restare un uomo libero. Al resto, alle questioni di lavoro, ai contratti e a tutto quello che riserverà per lui l’immediato futuro ci penserà il suo manager e ci penseranno quelli della VR46. Non è una situazione perfetta e lui stesso l’ha riconosciuto, però è anche la condizione ideale per fare quello che Franco Morbidelli, da sempre, sa fare meglio di chiunque altro: dimostrare.
E’ l’obiettivo che s’è fissato anche nelle dichiarazioni rilasciate ieri nella sala stampa di Silverstone. Dichiarazioni in cui avrebbe potuto pure sputare fuori tutto il veleno che inevitabilmente potrebbe avere dentro. Come avrebbe fatto chiunque altro. Chiunque altro, ma non Franco Morbidelli, che invece s’è limitato a queste parole: “Non è l’ideale per me essere senza sella in questo modo a metà anno e penso che non meritavo una situazione così, ma questo mi da ancora più motivazione per scendere in pista e dare il massimo. Come sempre, quando non si raggiungono i risultati che ci si era fissati, non si può puntare il dito su un solo problema, a non funzionare è stato un insieme di cose. Ciò che è più facile da vedere è il risultato, il pilota che non arriva, ma se si analizza bene è sempre difficile fermarsi su un motivo singolo: è sempre un insieme di fattori”