“Correre con quattro squadre, e quindi con otto moto, non è una situazione ideale nel medio o lungo periodo" – Lo ha detto Paolo Ciabatti, nella stessa intervista realizzata da Speedweek e in cui ha svelato che il marchio di Borgo Panigale non ha mai cercato Marc Marquez, ma un altro spagnolo (Maverick Vinales). Una frase, quella del direttore sportivo della Ducati, che inizialmente è passata un po’ in secondo piano rispetto, appunto, alle notizie di mercato, alle curiosità sull’esaltante stagione della Rossa e all’analisi del trionfo di Pecco Bagnaia. Una frase che, però, si carica sempre più di significati con il passare dei giorni, perché potrebbe essere sibillina rispetto a quanto accadrà nel 2024.
Nelle stesse ore, infatti, il team manager di Yamaha in MotoGP, Lin Jarvis, ha affermato di voler tornare il prima possibile ad avere nuovamente quattro moto in griglia: “Avere una squadra satellite è molto importante sono tanti punti di vista” – ha spiegato l’inglese dopo che Razlan Razali e la sua RNF sono approdati su sponda Aprilia, lasciando di fatto due sole M1 in pista per il 2023. Uno scenario, questo, che ora sembra destinato a cambiare, visto che all’orizzonte potrebbe prospettarsi una separazione tra la Ducati e Valentino Rossi. In questa stagione, il Team Mooney VR46 non utilizzerà le Desmosedici 2023 e Luca Marini con Marco Bezzecchi avranno a disposizione la stessa moto con cui Pecco Bagnaia ha vinto il mondiale quest’anno, con tutti gli ultimi aggiornamenti ottenuti dal campione del mondo fino a Valencia. Una scelta che Uccio e soci hanno definito tecnica, ma che probabilmente ha dovuto tener conto anche dell’esigenza di contenere un po’ i costi prima di rivedere già dalla prossima primavera gli accordi.
“Ci troviamo molto bene con il team di Valentino Rossi – ha aggiunto Paolo Ciabatti – abbiamo un contratto che ci lega fino al 2024, ma non posso prevedere cosa accadrà dopo”. Quasi un modo per mettere le mani avanti e ammettere che Ducati non potrà andare avanti ancora a lungo con otto moto in pista. “I piloti del Team Mooney VR46 sono molto soddisfatti della Desmosedici, vedremo cosa succederà. Mi dispiace che Yamaha abbia perso l’altra squadra, Suzuki non ha pianificato un satellite team quando abbiamo preso gli accordi con Rossi e Gresini. Poi si sono ritirati. E Aprilia non era attraente un anno fa quando abbiamo firmato con Gresini Racing. Quindi abbiamo fatto un accordo per due anni con tutti". Ammettendo, di fatto, che nel prossimo futuro cambierà tutto.
Come? Verosimilmente con un ritorno di Valentino Rossi in Yamaha, lì dove è sempre stato, con il marchio VR46 che tornerà a sposarsi con quello dei tre diapason. Yamaha, però, dovrà dimostrare di essere ancora in grado di mandare in pista moto competitive, anche perché sulla questione Valentino Rossi è stato molto chiaro: “Yamaha ha sempre puntato sull'equilibrio, ma ora la differenza con la Ducati è troppo grande – ha detto il Dottore in una recente intervista - La Ducati negli ultimi anni ha messo in difficoltà tutti. Non solo Yamaha, ma tutti i marchi giapponesi sono in difficoltà perché la Ducati ha cambiato marcia. È così dal 2016, ma negli ultimi due anni hanno fatto un altro passo. I giapponesi devono fare una scelta perché il gioco è cambiato. Servono più soldi, più risorse. Devono capire che devono fare di più se vogliono vincere".