Nikita Hand, la donna che ha vinto una causa civile per stupro contro Conor McGregor, è tornata a far parlare di sé: sta cercando di bloccare la pubblicazione delle immagini di sorveglianza utilizzate come prove nel processo. Il verdetto emesso dalla giuria di Dublino lo scorso dicembre ha stabilito che la star della MMA, oggi 36enne, l’aveva “brutalmente stuprata” e “picchiata” nella suite di un hotel della capitale nel dicembre 2018. Il risarcimento assegnato? Circa 250.000 euro, per compensare un episodio che, a detta di Nikita, ha segnato per sempre la sua vita.
Davanti all’Alta Corte irlandese, Hand ha raccontato i dettagli agghiaccianti di quella notte: “Mi ha immobilizzata sul letto, mi ha strangolata tre volte. Pensavo che sarei morta. Mi sono lasciata fare tutto, solo per sopravvivere”. L’aggressione sarebbe avvenuta durante un after-party di Natale, condito da alcol e cocaina, con McGregor che, secondo la sua testimonianza, avrebbe perso completamente il controllo.
Il video incriminato mostra Hand nei momenti precedenti e successivi all’accaduto, mentre si muove insieme a McGregor e a James Lawrence, un amico della star, nell’ascensore e nel parcheggio dell’hotel. La donna ora cerca un modo per evitare che quelle immagini vengano rese pubbliche, sostenendo che la loro diffusione violerebbe la sua privacy e peggiorerebbe una situazione già delicata.
Il suo legale, Siún Leonowicz, ha spiegato in tribunale che la pubblicazione del filmato potrebbe essere imminente, citando un’affermazione giurata del suo avvocato David Coleman. Quest’ultimo ha dichiarato che Gabriel Ernesto Rapisarda, un socio d’affari di McGregor, avrebbe intenzione di diffondere il video a breve. Rapisarda, imprenditore noto per la gestione della distribuzione della birra prodotta da McGregor in Italia, la Forged Scout, non ha ancora rilasciato dichiarazioni.
Mentre il video potrebbe aprire un nuovo fronte mediatico, la battaglia legale tra Hand e McGregor si infiamma. Un caso che continua a scuotere il mondo dello sport e che, probabilmente, ha ancora molto da raccontare.