Dopo la pausa estiva il motomondiale sembrava puntare dritto a casa di Fabio Quartararo. Il francese è stato sempre velocissimo, 5 vittorie e 9 podi in totale, oltre ad aver mostrato una grande solidità contenendo i danni nei weekend difficili. A Jerez con il problema all’avambraccio ha chiuso 13°; al Montmelò con la tuta aperta a tagliato il traguardo 6; ad Aragon, nonostante un problema con gli pneumatici, ha resistito portando a casa l’8° piazza. Se dopo Silverstone il mondiale sembrava finito, la doppietta di Pecco Bagnaia tra Alcaniz e Misano ha ridato speranza a Borgo Panigale. Uno spiraglio appena per dire la verità, 48 punti in 4 gare sono molti, anche se ne restano abbastanza per mantenere vivo lo spettacolo. Mentre i piloti stanno volando negli Stati Uniti, per il GP delle Americhe che si correrà ad Austin questo weekend, proviamo a fare un punto della situazione su quello che potrà succedere in pista.
Fabio Quartararo può solo perderlo? Probabilmente sì, ma una caduta non basta
Prima di ogni altra considerazione, va detto che uno zero di Bagnaia sarebbe lapidario per la caccia al titolo. Pecco non può sbagliare e, allo stesso tempo, non può permettersi un piazzamento. Deve pensare soltanto a mettere la testa nel cupolino ed andare più forte di quanto abbia mai fatto. Perché il mondiale - lo sanno entrambi - può vincerlo solo se Fabio sbaglia. Ed anche con una caduta (che durante la stagione è da mettere in preventivo) non sarebbe abbastanza per tornare a lottare ad armi pari: se anche Bagnaia vincesse una gara con Quartararo fuori dai punti infatti, il distacco resterebbe di 23 lunghezze, motivo per cui il francese dovrebbe incassare almeno due zeri per riaprire concretamente il mondiale. Dal canto suo il pilota Yamaha può amministrare, perché se anche il piemontese dovesse vincere tutte e quattro le gare, a lui basterebbero tre terzi ed un quarto posto per portare a casa il titolo. Un’eventualità comunque improbabile visto che, attualmente, sembrano in pochi a potersi mettere dietro la sua M1.
Serve più testa che manico
I piloti si allenano quotidianamente, lavorano sulla moto e studiano i dati, ma anche stavolta - nonostante il divario di punti - la sensazione è che sarà una partita di testa. Fabio è chiamato a reggere la pressione come non ha mai fatto prima, mentre Pecco un titolo l’ha già vinto (nel 2018) e tutto sommato può pensare soltanto ad andare forte. Il mondiale, a dirlo è stato lui stesso, l’ha perso a Silverstone quando dopo un weekend perfetto ha corso la gara con una gomma difettosa. Di contro, Ducati ha almeno quattro moto competitive da buttare nella mischia (cosa che Yamaha non può permettersi) ma difficilmente questo farà una gran differenza in termini di punti.
Austin farà da spartiacque
Lunedì prossimo, dopo il GP delle Americhe, sarà tutto molto più chiaro. Il COTA è da sempre terra di Marc Marquez, anche se tutto sommato lo era anche Aragon dove, invece, ha vinto Bagnaia. Semplificando un po’ le cose, Fabio Quartararo va incontro a quattro match-point per i quali basterà evitare il disastro. Con una vittoria in Texas potrebbe festeggiare il titolo a Misano e, tutto sommato, se lo meriterebbe tutto: è stato il più veloce e il più concreto, prendendo quando c’era da prendere e portando la moto nel box quando le cose non andavano. Certo che, nell’anno in cui l’Italia ha vinto praticamente ogni competizione a cui ha partecipato, un’insperata vittoria della Ducati con Pecco Bagnaia sarebbe l’apoteosi di una storia irripetibile.