La storia della live commozione cerebrale rischia di finire a fare coppia con quella della finestra: non ci crede praticamente nessuno. Il protagonista è sempre lo stesso: Marc Marquez. Anche il fatto è identico: un infortunio che lo tiene lontano dalla pista. E, purtroppo, sono gli stessi pure i narratori, con il comunicato stampa diffuso dalla Honda che ha generato più dubbi che certezze. La versione ufficiale parla di una caduta durante un allenamento con la moto da cross e di una lieve commozione cerebrale che ha suggerito prudenza, lasciando Marquez a casa in vista del GP di Portimao. Ma c’è già chi parla della possibilità che l’otto volte campione del mondo non sia nemmeno a Valencia per l’ultima di questa stagione e a quel punto diventerebbe difficile credere alla teoria della “leggera botta in testa”.
Anche i tentativi di dire qualcosa di più, ieri in conferenza stampa, da parte di chi è più vicino a Marc Marquez hanno sortito “l’effetto sospetto”. Tanto che persino Alberto Puig è arrivato ad affermare che per Valencia bisognerà valutare più in là, anche se ci ha tenuto a precisare che “Non ha avuto problemi con il braccio o altre parti del corpo, ha solo battuto la testa”. Poi, però, Puig ha aggiunto che non è così scontata la presenza di Marc Marquez all’ultima di Valencia: “Lunedì farà un nuovo controllo medico e valuteremo se potrà partecipare all’ultimo GP di questa stagione o se dovrà stare ancora a riposo. Non posso dirlo io, devono dirlo i medici quando è il momento. Io posso solo dire che Marc ha avuto questa leggera commozione cerebrale e che per giorni ha accusato un po’ di fastidi, come se fosse frastornato. Così s’è sottoposto ad un controllo e si è deciso di non essere qui a Portimao”.
Ancora più omertoso, se vogliamo usare un termine che di certo non si addice al motorsport, è stato il fratello dell’otto volte campione del mondo: “Non ero con Marc quando ha avuto il suo incidente. Il mio programma di allenamento quella mattina era un po' diverso, con una sessione in palestra. Lui invece è andato con la moto da cross su un circuito molto vicino a casa, a cinque minuti di distanza. Aveva il suo piano di allenamento e ha avuto un infortunio, quindi non può essere qui. Spero che possa sistemarsi tutto per Valencia e che riesca ad esserci. Sono i soliti rischi. Era con un amico, Josep García, che è un campione del mondo di enduro: è stato come un normale giorno di allenamento, vicino a casa, ma ha avuto una caduta”.
Decisamente sibillino, infine, Pol Espargarò, che, come compagno di squadra, ha certato (senza riuscirci) di limitarsi a fare solo i migliori auguri di pronta guarigione al coinquilino del box: “La vera condizione fisica di Marc la conosce solo Marc – ha concluso - L'assenza pesa molto, ma se ha deciso di non correre avrà avuto ragioni impellenti. Anche se come piloti viviamo di adrenalina, preferendo salire in sella e semplicemente dare sempre gas, la salute viene prima di tutto. La MotoGP non è uno sport facile, è fisicamente molto impegnativo, correre a queste velocità, quindi bisogna mantenere una buona concentrazione e sentire che il fisico consente di rischiare”