Marco Bezzecchi e Franco Morbidelli lasciano Barcellona in maniera solo apparentemente identica. Zero punti in cascina per entrambi, che sono caduti sia nella Sprint Race che nella gara lunga, dopo aver mostrato ottime cose in prova. Dal sabato mattina del Montmeló in poi il weekend dei due ragazzi dell’Academy è lentamente precipitato, come se si fosse rotto un incantesimo o come se qualcuno da qualche parte avesse cospirato contro di loro, che sembrano aver gareggiato con la nuvola di Fantozzi sopra il casco. Marco al sabato pomeriggio, mentre rimontava con l’obiettivo realistico di una top five, è stato falciato da un attacco coraggioso di Aldeguer. Nel frattempo Morbidelli, dopo essere partito disastrosamente per colpa di un problema alla frizione, finiva mestamente nella ghiaia in curva 10 - la Caixa - trascinando con sé l’incolpevole Jorge Martín e addossandosi un long lap penalty sul groppone per la gara domenicale.
Oggi i destini di Morbido e Bez si sono ulteriormente accartocciati. Anzi, si sono incrociati: all’inizio del secondo giro Marco in fondo al rettilineo attacca Franco, che resiste all’esterno ed entra nel cambio di direzione delle prime due curve con il cupolino che sopravanza quello dell’Aprilia numero 72. Il socio dell’Academy però è già all’interno, non può sparire, così i due si toccano: Bezzecchi cade, Morbidelli va lungo ma resta in piedi. La Direzione Gara investiga e giunge alla conclusione che sì, trattasi di incidente di gara. Franco era davanti, Marco era all’interno e i due - piegati con la spalla destra che lambisce l’asfalto - devono anche aver fatto molta fatica a vedersi reciprocamente. Una ventina di minuti più tardi, mentre il numero 72 smaltisce la delusione sulla seggiolina del suo box, Morbidelli perde nuovamente l’anteriore all’ingresso della Caixa: si rialza dal ghiaione con una gestualità insolitamente furiosa, ignora le indicazioni dei marhalls che lo vorrebbero accompagnare nelle stradine di servizio, rimonta in sella e porta la Desmosedici GP24 targata VR46 ai box. Come sanzione, Franco non potrà prendere parte ai primi dieci minuti della FP1 di Misano, tra cinque giorni.
Il tramonto di due weekend neri, come dicevamo, si riverbera sull’umore di Franco e Marco in modo completamente diverso. Da una parte c’è il Bez, che scherza e sdrammatizza perché si sente vittima di un disegno più grande di lui, di uno di quei weekend che a volte nelle corse bussano alla tua porta e tu non devi fare altro che scappare il prima possibile o aspettare che la tempesta passi. Marco è in fiducia sull’Aprilia, è reduce da tre mesi in cui solo Marc Marquez può dire di essere stato più veloce di lui, che di conseguenza è più predisposto ad accettare con il sorriso una battuta d’arresto: “Scusate per l’assenza di ieri - debutta davanti ai giornalisti riferendosi alla giornata di sabato, quando un più stop al Centro Medico gli aveva impedito di assolvere il media scrum - “Bos (Antonio Boselli, Responsabile Comunicazione Piaggio, ndr) mi ha trattato bene. ‘Se vuoi puoi saltare le interviste’, mi ha detto. Occasione che non mi sono lasciato scappare. Oggi è stata purtroppo una gara corta. Il weekend era iniziato molto bene, ma purtroppo in qualifica ho faticato, le cose si sono un po’ complicate e non siamo stati bravi come altre volte a venirne fuori. Alla fine ci rimane veramente poco in termini di risultati, chiaramente le sensazioni di stamattina erano buone, però col warm-up ci fai poco. Abbiamo lavorato bene e abbiamo fatto una moto che mi permetteva di essere molto costante sul passo. Poi non ho avuto possibilità di dimostrarlo. Non sono riuscito a essere concreto nel time attack, non per i problemi che ho avuto ad inizio stagione, ma perché spingendo non riuscivo semplicemente a far venire fuori il tempo. Diciamo che dopo un weekend così non c’è migliore soluzione che correre a Misano, non possiamo e non dobbiamo piangerci addosso. Con calma dobbiamo ripartire nel Gran Premio di casa da dove eravamo arrivati”.
Se il Bez ha tagliato corto a Sky in merito al contatto con Morbido (“Avete visto cos’è successo”), ecco che Franco si è presentato al cospetto della stampa con una luna ben diversa: talmente deluso, arrabbiato e - come lui sesso ha detto - ‘frustrato’, da non riuscire a parlare. Nel suo caso, pesa tantissimo l’essere recidivo: cominciano purtroppo ad accumularsi in maniera allarmante le volte in cui Franco - tra sfortune estranee al suo controllo e distrazioni tutte sue - ha visto sfumare nella ghiaia e nelle penalità occasioni per assestare grandi risultati. A Barcellona l’ennesima, con il numero 21 che alle domande dei giornalisti ha risposto a monosillabi. Il modo migliore per contenere l’ira e non lasciarsi sfuggire dichiarazionI di cui, col senno di poi, avrebbe potuto pentirsi: “Il feeling era molto buono, stavo tornando su forte, molto più veloce del gruppo in cui ero. Poi sono caduto ancora, weekend difficilissimo. Non ho nient’altro da dire di interessante, dopo un weekend così tutto quello che dirò non avrà importanza. Dopo due zeri, con la velocità che avevamo, è veramente frustrante. I sentimenti che uno ha dentro dopo un weekend del genere sono tanti. Di positivo c’è la velocità, la cosa negativa è non portare a casa niente nonostante tutto il buon lavoro che abbiamo fatto”.
Franco ha concluso il suo media scrum di un minuto e mezzo con un laconico ma quanto mai azzeccato “ci vediamo a Misano”. Un sorriso stiracchiato a condire il tutto. Il Santa Monica, la Riviera, il profumo di mare, la curiosità per i caschi speciali arrivano davvero nel momento ideale, insieme a tutte quelle buone sensazioni che ne scaturiscono. Il Gran Premio di Casa deve servire a curare le ferite