Fino a 8 giri dalla bandiera a scacchi Enea Bastianini era in piena lizza per vincere il Gran Premio della Catalunya. Terzo, a sette decimi dai fratelli Marquez, dopo aver inanellato una serie impressionante di passaggi sul piede dell’1’40” basso. Dopo essere scattato dal cuore della savana, la terza fila, ed aver rimontato senza mai esitare. Quinto al termine del primo giro, un bel sorpasso su Quartararo poco più tardi, aprendo il paracadute all’interno della sua traiettoria nella discesa che porta a curva 5. In quarta posizione, successivamente, sette giri in cui Enea ha gestito le gomme, studiato le traiettorie del compagno di marca Pedro Acosta, prima di trafiggerlo in quello che a furor di popolo è stato il sorpasso di giornata: staccatona imperiale in fondo al rettilineo, la KTM numero 23 che all’inizio si lamenta sollevando il posteriore, Bastianini che la doma sfilando un po’ di pressione della leva del freno, così da riagganciare all’asfalto il retrotreno della RC16, che a quel punto si mette di traverso. Sembra non doversi fermare mai il ragazzo di Rimini, eppure - piantando denti, chiodi, forza di volontà e abilità di guida al terreno - Enea imbocca la “esse” del Montmeló che non è nemmeno troppo largo. Il cambio di direzione, per forza di cose eseguito in ritardo rispetto all’ortodossia, è leggermente macchinoso. Ma la cosa che conta è un’altra: Pedro Acosta a quel punto si trova alle spalle. Bastianini ha i piedi sul podio.
In quel momento l’idea meravigliosa di andare a prendere e passare i Marquez balena nella mente degli appassionati italiani, di chi incollato al divano brama un finale di gara che possa essere thrilling e allo stesso tempo epico. Enea non vuole deluderli, si mette a capoccia bassa, assesta un’altra serie pregevole di giri in cui è veloce quanto Alex e Marc, se non di più. Sul più bello però, proprio quando scoccano le 14:30 e di norma sarebbe l’ora di sfondare una porta per entrare nel salotto della Bestia - nella sua comfort zone - la media posteriore montata sulla RC16 abbandona tutti i sogni di gloria. Un drop, un calo, un crollo repentino. Enea taglia il traguardo a cinque secondi dai fratelli di Cervera. Sopravanza la bandiera a scacchi e agita le braccia. Va bene lo stesso, può essere contento anche così. Si tratta del primo podio domenicale con la KTM. Se glielo avessero detto anche solo tre mesi fa, che al Montmeló avrebbe stappato un Prosecco, si sarebbe messo a ridere.

Non è un risultato che spunta come una pinella da un mazzo di carte, ma un terzo posto solido, su una pista vera, in condizioni di asciutto ottimali. Era nell’aria già da un po’ - almeno dal weekend di Brno - la riscossa di Bastianini. Ora che si è realizzata, visto che poggia su basi solide, ci sono tutti i buoni motivi di questo mondo per pensare che si possa continuare così: “Magari ci sarà qualche circuito in cui soffrirò un po’ di più - commenta Enea nel media scrum con la tuta ancora addosso - però bene o male adesso mi trovo bene, la base l’abbiamo creata e adesso possiamo lavorare più sui dettagli. Prima abbiamo dovuto cavare il grosso, ma soprattutto io ho dovuto fare un lavoro grande per adattarmi a questa moto. Finalmente cominciamo a raccogliere qualche frutto. Il primo pensiero dopo il traguardo? Ho guardato la moto e ho detto ‘vai, finalmente’. Devo dire che oggi non mi aspettavo di andare a podio, pensavo di girarci un po’ in torno perché negli ultimi giri non mi sento ancora competitivissimo. I Marquez hanno gestito meglio il posteriore, per stare con loro a metà gara ho dovuto consumarla di più. Credo che ancora un po’ di ritmo ci manchi, però questo deve essere il punto di partenza. Lo sviluppo continuerà, cercheremo nei test di Misano di fare qualcosa di diverso. Arriveranno dei pezzi nuovi, ci saranno delle novità, ma secondo me non dobbiamo abbandonare completamente la strada che abbiamo intrapreso. Qua sono rimasto piacevolmente sorpreso, perché nei test dello scorso autunno non avevo avuto feeling. La moto è molto simile oggi, a parte qualche differenza migliorativa. Questo vuol dire che io mi sono adattato alla moto, più che viceversa”.

Allora ne approfittiamo per chiedere ad Enea se gli fosse mai capitato di dover intraprendere un processo di adattamento tale, se potesse dirci come si fa: “Un po’ mi era successo dal 2019 al 2020 in Moto2, perché erano cambiate le gomme e lo stile doveva essere un po’ diverso. Però il cambiamento di quest’anno è stato più grande, perché Ducati e KTM sono due moto davvero molto diverse. Frenate come quelle che ho fatto oggi non riuscivo a farle l’anno scorso, questo mi dà gusto”. Gli riferiscono che i Marquez festeggeranno con una pizza davanti alla Playstation, e Bastianini fa sganasciare metà dei giornalisti presenti: “Siamo in Spagna, pizza fake”. Come onorerà lui questa domenica? Alla sua maniera: “Festeggerò col mio cagnolino a casa, magari faremo una bella bistecca”. L’uomo che sussurra alle gomme è diventato l’uomo duttile, l’uomo che che si deforma a seconda della moto che gli sottopongono. La capacità di adattamento a condizioni mutevoli non è forse una delle qualità più importanti che una persona, nello sport e nella vita, può sviluppare? Enea Bastianini è tornato grande senza poter sfruttare la sua arma migliore: gli pneumatici mantenuti freschi - in ghiaccio - per gli ultimi succulenti giri. Quando riacquisterà anche la sua dote naturale, cosa accadrà in MotoGP? Settimana prossima c’è Misano, preparate la brace.