“I piloti devono solo prendere la moto e farla andare più forte possibile, ma se la moto non vuole saperne di andare forte che colpa ne hanno i piloti?” – Carlos Checa se l’è chiesto parlando in occasione del GP d’Olanda su DAZN spagna, con l’ex campione che, contrariamente a molti opinionisti, assolve senza se e senza ma Marc Marquez, Joan Mir e pure Alberto Puig.
Proprio il manager spagnolo, visto da molte parti come quello che pagherà per tutti e prima di tutti la tremenda crisi di HRC, è l’ultimo dei colpevoli secondo Checa: "Marc Márquez e Joan Mir sono molto fortunati ad averlo al loro fianco. Se dovessi correre ancora lo avrei al mio fianco, per me Alberto è come un fratello. Quindi penso che Alberto sia tra l'incudine e il martello, perché sicuramente farebbe le cose diversamente”.
A sbagliare sono altri e, sempre stando alle parole di Checa, sono quelli che Honda dovrebbe mettere fuori dalla porta prima possibile: “Quelli di Honda dovrebbero avere un atteggiamento diverso e dovrebbero far sentire tutelati i piloti, senza aspettare che si rompano. Se i piloti cadono e si fanno male è perché la moto non va bene e dovrebbe essere Honda stessa a fermare tutto. A mettere un punto e ricominciare, magari chiedendosi chi ha fatto quella moto e provvedendo a sostituirlo immediatamente con gente nuova e con nuove idee”.
Il problema, sempre stando alle parole di Checa, è che chi comanda in Honda non vuole prendersi una responsabilità del genere, con l’effetto di far sentire i piloti abbandonati e esposti a rischi troppo elevati. “Ma ovviamente – ha concluso l’ex pilota - tutto continua allo stesso modo e non c'è nessun capo. Questo è quello che penso e sicuramente crea un po' più di incertezza, diffidenza nei piloti in questo momento, perché sembra non ci sia una reazione evidente, o almeno qualche parola. Chi ha il potere di farlo non dovrebbe aspettare un attimo ad avviare una riflessione in profondità”. L’impressione, però, è che in casa Honda è come se si sia “messa persa”, tanto che sono in molti a temere che il colosso giapponese possa scegliere di seguire la stessa strada già intrapresa da Suzuki, lasciando clamorosamente la MotoGP.