“Vorrei parlare di una cosa che mi è rimasta sullo stomaco, e sai che quando è così parlo”. Carlo Pernat parte ancora prima delle domande, a dir poco inferocito per quanto successo nella gara della Moto2 tra un incolpevole Pedro Acosta e la direzione gara. Siamo ad Assen, i piloti hanno già lasciato il circuito con in testa un mese e mezzo di pausa: qualcuno corre a leccarsi le ferite (su tutti Fabio Quartararo e Marc Marquez), qualcun altro festeggiando (Bagnaia e Bezzecchi, oltre a Marini che tornerà in pista con la fede al dito) ma ognuno, in un modo o nell’altro, con gli occhi al futuro. Carletto sta superando il mal di schiena, forse anche perché al momento gli fa più male la mancata penalizzazione ad Acosta che avrebbe permesso al suo pilota, Tony Arbolino, di mantenere un vantaggio più ampio in classifica che ora è invece pari ad otto punti.
Non sembri troppo entusiasta delle scelte dello Steward Panel.
“Acosta andava penalizzato, Binder è andato sul verde e infatti l’anno penalizzato. A Binder hanno tolto un podio, a Pedro no e questi sono due pesi e due misure. Questo è un campionato del mondo: cosa c’è, la penalità A e quella B? Questo è uno scandalo, è un campionato del mondo. Oltretutto l’hanno anche fatto rivedere e giustamente Aleix Espargarò con l’ Aprilia ha preso il terzo posto. Se vogliamo fare un campionato diverso diciamolo prima”.
Oltretutto Brad Binder l’ha detto chiaramente, senza lamentarsi: ‘Ho sbagliato io e ho chiesto scusa a tutta la squadra perché sono stato un idiota’.
“Certo. E a quell’altro niente. Ma anche l’account Twitter della MotoGP ha detto che andava penalizzato. Ripeto: è un campionato del mondo e questo è un autogol clamoroso per lo spettacolo. La Dorna deve intervenire sugli Steward e su Freddy Spencer. È chiaro che sono pagati dalla FIM e non dalla Dorna, ma l’organizzazione doveva intervenire. Ecco, volevo levarmi questo peso”.
Certo. Come sono andati i tuoi piloti? Tony Arbolino?
“Ah, sapevamo che la moto non era troppo a posto qui. Lui si è accontentato e ha fatto bene, è in testa al mondiale ed è quello che si voleva fare. Adesso riprenderemo su piste giuste in cui secondo me ci giocheremo qualcosa di importante. Mettiamola così: se Acosta è un fenomeno, Arbolino è un quasi fenomeno, ma il campionato è aperto e ce lo giochiamo”.
Il weekend di Enea Bastianini invece?
“Per Enea sai, dopo aver iniziato con una moto nuova, l’infortunio e tutto il resto… dalla Germania a qui si è avvicinato a dove vuole arrivare. Sabato ha fatto un’ottima gara, partiva diciottesimo ed è arrivato ottavo. Oggi poteva fare di più, magari lottare per il quinto posto, che a livello mentale sarebbe stato molto bello. Quindi direi positivo in generale, anche se ovviamente negativo per la caduta. Io credo però che il vero campionato comincerà più avanti per lui”.
Pecco Bagnaia è stato straordinario. Come lo vedi?
“Lui viene spesso sottovalutato e non ne capisco il motivo, me lo devono anche spiegare quello che sanno tutto. Pecco è un pilota fortissimo, sempre nella parte alta della classifica: ha una staccata che non lo passi, è fortissimo, concentratissimo ed ha sviluppato da solo la moto - che, ricordo, ha ancora qualche problemino - quindi dieci e lode con abbraccio universitario. E voglio che la gente la pianti di dire che Bagnaia non è un campione: lui è un campione. Poi ce ne saranno di migliori? Beh, vedremo. Ma da metà stagione scorsa, a parte qualche caduta che ci sta, ha fatto paura. Teniamocelo stretto”.
Questo è stato anche il weekend di Marc Marquez: tra cadute, ritiro e dichiarazioni sue e di Alberto Puig la situazione sembra preoccupante. Tu come la vedi?
“Il pilota va sempre anche un po’ gestito, non può fare sempre tutto da solo. Secondo me qui non doveva neanche venire. Ormai ha fatto la scelta di sviluppare la moto senza andare oltre il limite e questo è chiaro. Ma anche l’incidente di ieri… non puoi guardare mentre sei dietro a un altro pilota. Credo che questo sia il momento più difficile della sua carriera, sia sul piano tecnico che su quello mentale, quello è sicuro”.
Queste settimane saranno fondamentali per il mercato piloti. Cosa ci racconti?
“Secondo me una cosa abbastanza certa è che Alex Rins andrà in Yamaha come secondo pilota, o almeno questo credo. È chiaro che tutti i contratti sono di due anni, per tutte le case principali: Quartararo, Marquez, i quattro dell’Aprilia… Credo che in Ducati le cose rimarranno così. Nel team ufficiale ci saranno sicuramente Bagnaia e Bastianini, c’è una possibilità che Bezzecchi possa spostarsi in Pramac ma non ci credo, può essere ma sai… Ha il suo team, la sua squadra, Matteo Flamigni: gli daranno la moto ufficiale - perché se la merita - e sarà lo stesso. Io lascerei le cose così, ed è chiaro che a quel punto nel Team Gresini rimarrebbe una moto che secondo me possono contendersi Franco Morbidelli e Tony Arbolino, tutto il resto è fatto e non credo si possa cambiare”.
Se Alex Rins va in Yamaha però c’è anche la Honda del Team LCR. Porteresti lì Tony?
“Non ci pensare nemmeno, voglio farlo iniziare in un altro modo. Comunque si decide tutto nel giro di due settimane, di questo sono sicuro”.
A Silverstone sapremo già tutto?
“Ma di sicuro”.
Chiudiamo con il nostro PernatAdvisor: qualche bel posto in cui cenare da queste parti?
“Allora, qui ce ne sono due molto buoni, entrambi sardi. Uno si chiama Lo Stivale, è in centro a Groeningen, mangi da Dio. E l’latro è Sa Capanna, ad Erren, dove mangi cibo sardo, l’ultima volta ho preso delle ottime linguine con la bottarga, tutta roba importata”.
E le feste?
“Qui ci sono dei massaggi particolari. Sì, è tutta roba di massaggi, ce n’è uno olandese che conosco - di cui non farò il nome - in cui basta che telefoni per trovare delle possibilità”.