È stato un bel GP d’Olanda quello della Moto2, con la prima vittoria in carriera per Jake Dixon - che fino a ieri aveva accumulato nove terzi posti - in seguito ad una bella battaglia con Ai Ogura. Sul terzo gradino del podio, invece, un Pedro Acosta ancora velocissimo che con una qualifica più affilata (partiva 6°) probabilmente avrebbe lottato per la vittoria. Anche perché a metà gara Acosta perde completamente l’anteriore all’ingresso dell’ultima variante (curva 17) e rialzando la moto con una manovra a la Marc Marquez si trova costretto a tagliare sul verde. Il long lap penalty viene comminato ad Acosta dopo due passaggi, ma lui sfortunatamente lo completa passando fuori dai limiti. Dalla cabina di commento Sky se ne accorgono subito, spiegano che dovrà rifarlo, lo fa anche la regia internazionale che mostra un replay, mentre da Twitter il profilo ufficiale della MotoGP chiede ai fan se “Dovrà rifarlo per essere passato con entrambe le ruote oltre la linea?”. Questo perché la stessa sorte è capitata ad Alonso Lopez appena un paio di settimane fa, al Mugello: al pilota di Luca Boscoscuro fu comminato un secondo long lap che, di fatto, non gli permise di lottare per il podio. “Una pagina veramente brutta di motociclismo”, dice tra le altre cose un Rosario Triolo inferocito, che manda in onda più volte i fotogrammi in cui Pedro Acosta esce dalla traiettoria corretta.
Sul fatto che la decisione dello Steward Panel sia sbagliata c’è poco da opinare, lo sanno anche i team che in un attimo si sono precipitati in Direzione Gara per contestare la decisione. “Non ci saranno altre penalità e la classifica è confermata, Acosta è terzo”, spiga poi Antonio Boselli per Sky. “Secondo la Direzione Gara non ci sono evidenze che Acosta sia andato oltre la linea”.
Oltre ad aver falsato la classifica, questa situazione spalanca la porta ad una lunga serie di congetture non esattamente edificanti: lo Steward Panel ha un occhio di riguardo per Pedro Acosta, universalmente noto come il prossimo grande fenomeno della MotoGP? Può darsi, non sarebbe la prima volta. Per qualche motivo, quando Dorna si trova a dover giudicare un grande campione sceglie spesso la strada dell’indulgenza: lo ha fatto innumerevoli volte con Marc Marquez - una su tutti in Argentina, nel 2018 - e lo ha fatto anche con Valentino Rossi. Ma se ha hai davanti un fuoriclasse, uno in grado di abbattere i record e di scrivere pagine fitte sul motociclismo perché non lasciare che le cose vadano come devono andare? È solo uno spunto velenoso per i detrattori del campione di turno.
Si dirà che questa cosa è stata sempre fatta, perché il pubblico vuole il fuoriclasse. L’idea di assistere a qualcosa di irripetibile e bellissimo accende le televisioni e vende le magliette, ma Pedro Acosta - come altri - non ha bisogno di aiuto. Anzi, se la strada è più dura e difficile l’impresa diventa più grande. Forse, addirittura, ad Assen Pedro sarebbe riuscito a salire sul podio nonostante un secondo long lap. Il vero peccato è che non lo scopriremo mai.