Al Sachsenring ci avevano avvisati e puntualmente il GP d’Olanda è stato soprattutto questo, una sfida tra Pecco Bagnaia e Marco Bezzecchi. Per il primo è la pista che ha tatuato sul braccio, per il secondo quella del primo podio in MotoGP, quando a vincere fu proprio Bagnaia. Tecnicamente, il fatto che entrambi siano così veloci in una pista difficile, velocissima e in cui l’interpretazione del pilota ha un ruolo centrale è sicuramente una bella cosa. Il fatto che siano amici e che passino le loro giornate ad allenarsi insieme motivandosi a vicenda poi è una grandissima fortuna.
Durante una conferenza stampa un paio di gare fa, Pecco ha raccontato che lui e Marco sono grandissimi esperti di ‘trash talking’ al Ranch, che in un linguaggio meno tecnico significa che adorano sputarsi addosso le peggiori cattiverie, con affetto, per il puro piacere di farlo. “È arrivato il cogl***e”, potrebbe dire uno, mentre l’altro prontamente risponderebbe: “Ma io ti spacco il c**o, te l’ho già detto”. Uno spettacolo eccezionale. Se lo fanno probabilmente è perché si divertono - e sono effettivamente molto allenati a farlo - ma anche perché probabilmente Dorna ha apprezzato questa linea comica, senza contare che da quando Marco Bezzecchi ha cominciato ad essere un rivale credibile per il titolo la stampa ha cavalcato questo dualismo senza pensarci un attimo. Ecco quindi che sfottendosi tra di loro prendono in giro anche noi, che stiamo a guardarli con i popcorn in mano come se la situazione potesse deflagrare in una rissa da un momento all’altro.
D’altronde la gente, non certo tutta, con una storia così andrebbe a letto più contenta: ti immagini che sarebbe, per i detrattori di Valentino Rossi, se i suoi due piloti più vincenti diventassero nemici? Per Marco questo rischio esiste, o comunque in pista gli capita di pensarci: A volte non è facile”, ci ha raccontato dopo la sprint del sabato. “Tutti pensano che con i ragazzi dell’Academy sia più bello battagliare. In realtà secondo me è un po’ più brutto, perché hai sempre paura di fare qualcosa che rovina i rapporti. E non solo con Pecco, con tutti. Passarlo (nella sprint a tre giri dal via, ndr.) è stato difficile perché mi sono un attimino agitato, però per fortuna ero più veloce e sono riuscito a mettermi davanti”. Bagnaia, che gli è seduto a fianco, non sembra granché d’accordo: “Ma non hai un po’ paura di fare il danno? Vale ci fa un culo… “. Risate.
Così due minuti più tardi portiamo la domanda a Pecco: “Alla prima curva subito ho detto ‘ecco, adesso ci prendiamo’, perché io sono entrato e lui stava resistendo. Però finché si rimane nei limiti, finché abbiamo rispetto l’uno per l’altro non dobbiamo avere paura di dare tutto nella lotta. Anche un contatto può starci, ci prendiamo a botte praticamente tutti i giorni in moto, che sia al Ranch o negli altri allenamenti ci sportellino sempre, alla fine una carenata si può accettare. L’importante è che non si facciano cose matte, a me diverte molto quando siamo tra di noi e sono più contento. Una bagarre con un pilota Academy mi piacerebbe, ancora non è successo però”.
Tutta questa situazione - l’amicizia, il trash talking, la sfida in pista per lo stesso gradino del podio - è relativamente nuova nel motociclismo. E, per quanto ci sarà sempre chi continuerà a dire che ai suoi tempi si stava meglio, che i piloti non parlano più e che sono tutti amici solo finché le telecamere sono accese, la storia di Pecco e Marco ci ricorda che a volte è il contrario. Sono amici veri questi qui, pronti a mandarsi a quel paese nelle maniere più fantasiose e ad accogliere tutto con un sorriso e spesso sono più sanguigni di quanto lascino intendere la televisione, la comunicazione e tutto il resto. Non è vero che non ci sono più i piloti di una volta, semmai è vero che non c'è più il pubblico di una volta: un pubblico che si meraviglia, che si gode lo spettacolo e appende i poster in camera sognando una bella motina con i semimanubri.