Marc Marquez chiede un atteggiamento più latino a Honda e agli uomini della squadra e nel paddock, ma anche tra gli appassionati, sono in molti a sostenere che l’uomo perfetto per Honda potrebbe essere Livio Suppo. Ha esperienza, ha imparato a far interagire l’approccio metodico dei giapponesi con quello più passionale degli europei, conosce il mondo delle corse con tutte le sue dinamiche e, soprattutto, ha già avuto a che fare con grandissimi campioni.
E’ un nome, quello di Suppo, che si fa con sempre maggiore insistenza nell’ambiente, con Honda che potrebbe sceglierlo al posto di Alberto Puig per provare a cambiare un po’ una situazione che è oggettivamente imbarazzante per tutti. Se ne parla tanto, ma ufficialmente non c’è alcuna notizia al riguardo. Così c’è stato chi lo ha chiesto direttamente a Livio Suppo: “Se Nakamoto mi chiama dicendo che torna, tornerei anche io”. Una risposta sibillina, che non chiude alcuna porta pur senza svelare nulla, con Suppo che preferisce guardare indietro e ribadire quanto è stata vincente l’esperienza condivisa, appunto, con quel Nakamoto che fino a pochi anni fa é stato vicepresidente di HRC.
Di sicuro, dopo la fine dell’esperienza con Suzuki, per Suppo le corse sono ancora un interesse principale. Si capisce anche dall’analisi sul fine settimana del Sachsenring, con il manager italiano che si è concentrato principalmente su Marc Marquez. Quasi spiegando che l’abbandono al GP di Germania potrebbe essere più figlio di una profonda ferita umana che si è aperta in quel momento per il campionissimo spagnolo. “Penso che Marc Márquez sia arrivato al Sachsenring con una grande convinzione di poter vincere la gara, essendoci già riuscito almeno altre dieci volte su quella pista –ha spiegato - In quel disastro, sapeva che Alex Rins, su una pista che adora, era riuscito a vincere e ha probabilmente pensato che al GP di Germania, sul circuito che lui adora, avrebbe potuto fare lo stesso. Ha provato a fare del suo meglio, anche rischiando tanto, ma quando si è reso conto che non ce ne era penso che il colpo psicologico sia stato grande. Per me Marc Márquez adesso può fare un po' come sta facendo Fabio Quartararo, che quest'anno non rischia”. Un consiglio, quello indirizzato a Marc Marquez, che racconta di un manager che ha bene in mente come gestire le situazioni difficili. Con tanto di racconto di un aneddoto del passato: “Nel 2010 consigliammo a Andrea Dovizioso di andare con Fausto Gresini, sempre con il pieno supporto di Honda, ma lui non ha voluto. Allora Repsol ha messo in pista tre moto. Non credo sia stata una mossa intelligente da parte del pilota, perché aveva Dani Pedrosa a sinistra e Casey Stoner a destra. Avere due giganti come loro al suo fianco ha fatto sì che quello fosse un anno difficile per lui".
Ilmanager italiano, infine, ha parlato anche dello stradominio Ducati in questa MotoGP 2023: “Gigi Dall’Igna merita dei gran complimenti per il lavoro che ha fatto e che fa. Se io fossi in Ducati non farei assolutamente nulla, in questa situazione, dal punto di vista degli ordini di squadra. Penso che non sia giusto che una casa non aiuti i piloti solo perché non indossano i colori ufficiali. Se fossi Claudio Domenicalli lascerei lottare tutti i piloti Ducati per il Mondiale. Hanno una moto molto forte, più piloti vincono con quella moto e meglio è”.