Sicurezza, scorrettezze e disomogeneità nell’applicazione dei regolamenti. Sono i tre argomenti che catalizzano tutte le attenzioni in questi giorni di riposo tra il Gran Premio di Stiria, domenica scorsa, e quello del prossimo settembre, a Misano. E, come è noto, nell’occhio del ciclone c’è finito Freddie Spencer, ex campione del mondo e mito del motociclismo, che però sembra caduto nel più classico dei detti calcistici: “Non è così scontato che un grande giocatore sia anche un grande allenatore o dirigente”. I team sono scontenti, i piloti sono scontenti, i tifosi iniziano a sottolineare scarsa credibilità e da più parti si sono sollevati appelli sulla necessità di rivedere le cose. In particolare in relazione alla “regola del verde”, con troppi piloti che approfittano dell’ulteriore striscia di asfalto per le loro traiettorie, salvo poi affidarsi alla discrezionalità di Spencer e degli altri due del FIM Stweards Panel per eventuali punizioni. Giudicate, quasi sempre, inadeguate e altrettanto sempre paragonate ad altre situazioni analoghe magari giudicate in maniera diversa.
Gli sfoghi di piloti come Espargarò, Petrucci, come lo stesso Valentino Rossi, o di team manager come Paolo Simoncelli, sono noti e hanno avuto toni più o meno politici. Poi, ieri, a rilasciare dichiarazioni sull’argomento ci ha pensato Cal Crutchlow. E a noi è venuta un’idea: Crutchlow al posto di Freddie Spencer.
“Il punto – dice Crutchlow – è che oggi, con l’asfalto verde, i piloti tendono a prendere come riferimento la linea che separa il cordolo dal green, mentre prima, con l’erba, il riferimento era tra il cordolo e la pista. In particolare in Moto3 succedono cose inaccettabili e anche pericolose. Qualcosa bisogna fare. La soluzione, sicuramente valida per la Moto3 e la Moto2, ma anche per la MotoGP, potrebbe non essere quella di rimettere l’erba al posto del verde, perché in quel modo tornerebbero a crearsi situazioni di pericolo. E anche le penalità fin qui inflitte hanno avuto poca efficacia. Forse è il caso di mettere le mani su una cosa che i piloti hanno molto a cuore: il portafogli. Mille Euro di multa ogni volta che si passa sul verde. Lo fai 50 volta? Sono 50000 Euro! Il problema scomparirebbe o, almeno, diventerebbe minimo”.
Preciso, secco e, soprattutto, con una soluzione. Che, per carità, può anche essere discutibile, ma che ha visto Cal Crutchlow provarci, a differenza di tutti gli altri che invece hanno protestato e basta, limitandosi a ribadire che bisogna cambiare le cose. Considerando che molti avevano contestato che Spencer correva decine di anni fa e che in certi ruoli ci vorrebbero piloti più “freschi di gare”, perché non pensare proprio a Cal Crutcholow? Il pilota inglese di Honda LCR ha avuto il benservito dall’azienda giapponese e difficilmente per lui ci sarà una sella libera nella prossima stagione. Lui stesso, recentemente, aveva dichiarato di voler valutare l’ipotesi di smettere, salvo poi ripensarci e dirsi convinto di poter ancora giocare le sue carte in MotoGP.
Sia chiaro: la nostra è una provocazione. Ma visto mai che il profilo che la MotoGP sta cercando sia perfettamente aderente proprio alle caratteristiche di Cal Crutchlow? Nel Circus è un’autorità, uno rispettato da tutti e che non ha mai guardato in faccia nessuno. Uno che non si è mai tirato indietro dal prendere posizione, anche quando il suo pensiero non era perfettamente in linea con le teorie dominanti. Sulle spalle ha esperienza, tanta, sia su cosa significa bagarrare al vertice, sia su cosa significa giocarsi le posizioni che non contano lontani dalle telecamere e dalle inquadrature trasmesse in mezzo mondo. Conosce l’ambiente meglio di chiunque altro e sono note anche le sue prese di posizione nella commissione sicurezza dei piloti, dove è a tutti gli effetti una delle voci più ascoltate. Insomma, se per uno così non dovesse esserci una sella, sarebbe opportuno che chi di dovere pensasse a preparargli una poltrona!