Fabio Quartararo non sa più come dirlo: vuole una M1 più potente e che sia in grado di non costringerlo a guidare sopra i problemi. Lo ripete ogni volta che ha occasione di parlare, in maniera più o meno esplicita e lo ha fatto anche questa volta, con una frase assolutamente sibillina: “Una moto sbagliata può stroncarti la carriera”.
Il campione del mondo in carica, infatti, ha raccontato che nel 2016 la sua carriera ha rischiato di prendere una brutta piega, perché i risultati non arrivavano e il talento cristallino che aveva potuto mostrare fin lì era rimasto imbrigliato sulle difficoltà di una moto che non si sposava alle sue caratteristiche di guida. C’è passato, quindi, ed è per questo che prima di prendere ogni decisione sul suo futuro vuole garanzie in questo senso, con il francese e il suo manager che stanno rinviando la firma sul rinnovo di contratto che Lin Jarvis e Yamaha gli hanno proposto. Non c’entra l’ingaggio, non c’entra la durata: conta solo la certezza di poter contare su una moto che se la giochi con le altre in termini di potenza e velocità di punta. Tanto che in questi giorni in Spagna si parla anche di un incontro a Barcellona con i vertici di Honda e HRC, con Fabio Quartararo che starebbe valutando un piano b se ai test di Sepang dovesse restare deluso dalla nuova M1.
“Penso che il 2019 sia stato l'ultimo anno in cui la Yamaha è stata una moto facile, così come tutti la definivano – ha spiegato - Si fa molta fatica e ci sono stati momenti in cui abbiamo sofferto molto: devi adattarti a tutte le situazioni e sapere andare il più veloce possibile. Quest’anno siamo riusciti ad andare comunque bene e vincere, ma c’è da lavorare”. E’ chiaro che il francese vorrebbe restare, diventando un simbolo per la casa giapponese sulla scia del suo idolo, Valentino Rossi, ma più del legame con il marchio, Fabio Quartararo sente di dover rispondere ad una esigenza che è più intima: vincere.
“La moto sbagliata al momento sbagliato può cambiare il futuro di un pilota – ha aggiunto - Nel mio caso, il 2016 è stato l'anno più duro, con risultati disastrosi. Però si ottiene sempre qualcosa di positivo da tutto ciò che è brutto e, per me, l'esperienza che ho avuto allora è stata molto bella e avevo opzioni per il futuro. Ma un pilota un po' al limite e che non ha molte opzioni in una brutta annata può fare lo stop della sua carriera sportiva.