L’Italia del nuoto, si porta dietro di se una tradizione davvero importante, costellata di successi davvero importanti ma anche lunghi periodi dove i risultati non erano all’altezza delle aspettative. Ci sono voluti ben 17 anni, un passaggio generazionale che si è fatto attendere, dallo storico oro nei 100 metri stile libero di Filippo Magnini conquistato ai Campionati del Mondo di Melbourne del 2007, all’arrivo di Alessandro Miressi, per vedere l’Italia sul podio mondiale, che ai Campionati del Mondo di Doha del 2024 è riuscito a strappare uno storico argento.
Ma facciamo un passo indietro per ricordare i due ori di Re Magno, che hanno lanciato il nuoto italiano verso uno dei momenti più iconici. Le due volte di Magnini, la prima ai Mondiali di Montreal nel 2005, dove si presenta in ottima forma, ma la competizione inizia in salita, non arriva in finale nei 200 metri stile libero. Si gioca il tutto per tutto con i 100 metri stile libero, qualificandosi dietro ai due favoriti, i sudafricani: Schoeman e Neethling. Il suo ruolo è quello di outsider, ma alla vigilia della gara regina è tutto ancora molto incerto, i tempi sono molto vicini e tutto può succedere. In finale Schoeman vola, ma Filippo è lì, ed è proprio lui a fare una rimonta da sogno, bracciata su bracciata sorpassa prima Neethling e così anche Schoeman, ma soprattutto batte un anonimo Micheal Phelps. Conquistando una storica medaglia per l’Italia e diventando il primo italiano a vincere il titolo mondiale sui 100m stile libero.
Ma le cose cambiano nel 2007, ai Campionati del Mondo di Melbourne, il favorito è lui, il peso delle aspettative è tutto sulle spalle di Filippo, alla ricerca della riconferma sui 100 metri. Si qualifica agevolmente, ma la finale è da cardiopalma, dopo un’inizio veloce si prospetta un finale incerto con gli otto velocisti chiusi in pochi decimi. Di carattere e di esperienza la spunta Filippo, ma il risultato segna oro ex equo con quello che diventerà un amico, il canadese Hayden. Dopo questo successo Magnini dirà: ”È stato strano vincere la medaglia d’oro ex aequo. Io avrei voluto esultare molto di più, ma non ho potuto per rispetto nei confronti di Hayden che ha vinto con me. Tra l’altro è un bravo ragazzo, ha meritato questo successo.
Ho la consapevolezza di essere tra i più forti centisti del mondo di tutti i tempi. Sono emozioni di sorpresa, ed emozioni diverse. Ripetersi è qualcosa di impressionante, lo so bene”. Cos’hanno in comune Alessandro e Filippo, tante cose, più di quanto si possa pensare, la prima forse e più scontata è la passione per il nuoto, per i 100 metri stile libero che li hanno portati a nuotare nelle piscine più importanti del mondo. Ed una città, Torino, come punto in comune per i due, Alessandro nativo mentre d’adozione Filippo trasferitosi lì per studiare e migliorare il suo nuoto folgorato dalla personalità di Claudio Rossetto, allenatore che gli disse: ”Vieni a Torino, proviamo con lo stile libero”. Se il Magno è la storia, seppur recente e vincente del nuoto italiano ora in questa giovane squadra, il presente e il futuro, è Alessandro Miressi.
Nonostante abbia solo 25 anni e nel suo palmares vi siano medaglie ad ogni competizione, Olimpiade compresa, quella più emozionante, che ha segnato un collegamento tra passato e presente è stato l’argento di Doha. I 100 metri, una delle gare più attese, e Alessandro dopo aver visto le semifinali ha capito che se vuole dire la sua deve calibrare le energie e non perdere di vista il favorito, il fuoriclasse cinese Zhanle Pan. In finale, una gara davvero molto equilibrata, per il nostro italiano una gara in crescendo che nel finale vede possibile anche la medaglia d’oro, sfuggitagli per soli 19 millesimi. Conquistando uno storico argento che lo proietta tra i migliori centisti, come ha ribadito nella consueta intervista post gara: ”Sono tra i migliori al mondo nei 100 sl, sono molto contento di questo risultato.
Ora in vista delle Olimpiadi ci sono davanti quattro mesi di duro lavoro. Il pensiero è a Parigi e bisogna pensare in grande”. Questo perché nello sport, in generale e anche nel nuoto serve saper attendere il giusto momento, lasciare passare del tempo, in questo caso degli anni, ma ora che un nuovo talento è riuscito a dire la sua non ci resta che lasciar parlare la vasca.