Gli azzurri in Qatar fanno il record di podi conquistando dodici medaglie, 2 ori, 5 argenti e 5 bronzi (tre in più rispetto a Budapest 2022), in un Mondiale insolitamente invernale e condizionato da assenze importanti a pochi mesi dalle Olimpiadi. L’Italia si conferma la miglior Nazione europea per numero complessivo di medaglie, ma a pesare sono i due soli ori, complice anche la mancata partecipazione di Thomas Ceccon e una preparazione non eccellente da parte di alcuni big, che hanno affrontato la competizione come una prova generale del proprio stato di forma in vista di Parigi e da cui sono usciti nettamente ridimensionati. Nell’altro senso, però, è stato dato spazio su un palcoscenico internazionale al futuro del nuoto che hanno tutt’altro che deluso.
A brillare su tutti sono stati Nicolò Martinenghi e Simona Quadarella. Entrambi hanno dato risposte importanti in un contesto di alto livello, candidandosi come gli atleti da battere a Parigi se si vuole un posto sul podio. Nonostante la giovane età, il varesino e la romana si sono caricati la nazionale sulle spalle da veri veterani con una sicurezza che rasenta la spavalderia. L’azzurra è stata l’unica a salire sul gradino più alto del podio: complice anche l’assenza della Ledecky, è riuscita a imporsi sulle avversarie, trionfando negli 800 e 1500 stile libero dando dimostrazione di grande maturità e solidità sia fisica che mentale. Capitolo totalmente differente saranno le gare a Cinque Cerchi in cui ci sarà da gestire il ritorno dell’americana, che avrà sicuramente voglia di riscattarsi, oltre che la presenza della canadese Summer McIntosh e dell’australiana Ariarne Titmus. Il podio sembra alla portata, resta da capire il valore della medaglia. Anche per Tete il trionfo olimpico pare precluso, l’argento nei 100 e nei 50 rana assieme al bronzo nella staffetta mista lo hanno sicuramente rinfrancato, ma a Parigi ritroverà Qin Haiyang, il decisamente fastidioso Nic Fink e l’incognita Adam Peaty risorto dalle proprie ceneri.
Decisamente sottotono sono state invece le prestazioni di Benedetta Pilato e del capitano Gregorio Paltrinieri. Entrambi tornano a casa con un bronzo a testa, un po’ poco se sei stata una primatista del mondo o sei conosciuto e rispettato da tutti come SuperGreg. La diciannovenne tarantina ha confessato di non essere arrivata in forma in Qatar dopo la mancata finale nei 100 rana: il pass per Parigi c’è, ma il campanello d’allarme per quei 25 metri finali nuotati senza forza scatta ugualmente. Anche perché a differenza del Mondiale ritroverà Ruta Meilutyte. Il bronzo nei 50 rana è una magra consolazione non essendo questa distanza olimpica. Per il carpigiano, invece, il doppio impegno nel fondo e in corsia inizia a pesare. Dopo l'argento in acque libere nella staffetta 4x1.5km, Paltrinieri è riuscito a imporsi negli 800 stile libero con un bronzo, ma è nella mancata finale nei 1500 dove si è avvertita la fatica dell’atleta e una scarsa concentrazione nei confronti dell’impegno. SuperGreg non è di certo nuovo alle “resurrezioni” olimpiche, ma le primavere passano mentre l’età dei suoi sfidanti si abbassa.
Un inaspettato acuto arriva da Alberto Razzetti che porta a casa due medaglie, un argento nei 200 delfino e un bronzo nei misti nella medesima distanza, e risultati storici: il Razzo è infatti il primo italiano di sempre a salire su un podio mondiale dei 200 delfino. I risultati ottenuti parlano di un picco di forma un po’ anomalo rispetto a una preparazione proiettata sugli impegni di agosto. Di tempo per preparare un’Olimpiade che lo vedrà impegnato nei 200 e 400 misti, 200 farfalla e potenzialmente due staffette ce n’è. Magari a Parigi riuscirà a far saltare il banco ancora una volta inaspettatamente. È toccato invece ad Alessandro Miressi salvare la velocità azzurra conquistando l’argento in un 100 metri stile libero dominato dal cinese Pan Zhanle, capace di strappare il record del mondo al prodigio rumeno David Popovici. Il gigante torinese ha dato il suo importante contributo anche nelle staffette, portando a casa un bronzo nella 4x100 misti e l'argento nei 4x100 stile. Nulla da fare in ambito femminile dove l’Italia resta ancora orfana di una sua campionessa.
Grande soddisfazione per Sara Franceschi, una delle veterane della nazionale italiana di nuoto e spesso criticata per le sue prestazioni: strappa il pass olimpico con il suo bronzo nei 400 misti che sa di rammarico dopo un passaggio al comando nell’ultima frazione. Nota di merito per i meno esperti Michele Lamberti e Gianmarco Sansone che calcano per la prima volta un palco così importante come quello di un Mondiale e non si lasciano intimidire. Eventuali risultati positivi ai Campionati italiani primaverili di Riccione potrebbero dare a entrambi l’opportunità di misurarsi con le divinità del dorso e del delfino. La grande incognita azzurra per i Giochi Olimpici resta Thomas Ceccon, assente a Doha per un infortunio alla mano più grave del previsto, che nella passata edizione a Tokyo non è riuscito a brillare a livello individuale. Sprazzi del talento veneto (mai messo in dubbio) erano arrivati dalle staffette e questo fa ben sperare per gli obiettivi estivi: i 100 dorso (di cui detiene il primato mondiale) e i 100 stile libero al momento privi di un vero padrone.