Per un attimo nel bivacco di Ryad il pensiero è andato a quel lontano 2008 quando la leggendaria Paris-Dakar fu annullata per paura di attentati terroristici in Mauritiana quando ormai team e piloti avevano già concluso le verifiche a Lisbona. Fu un colpo basso che decretò l’addio alla corsa in Africa e lo spostamento in Sud America a partire dal 2009. Le notizie hanno iniziato a circolare in mattinata mentre i piloti si sfidavano nelle dune ad ovest della capitale. I ben informati hanno raccontato a meccanici e team che vivono focalizzati sulla corsa la notizia della posizione del ministro degli Esteri francese dopo le prime indagini sull’esplosione del veicolo del Team Sodicars. Le Drian ha chiesto all'Arabia Saudita trasparenza nell'inchiesta sull'esplosione avvenuta la scorsa settimana a Gedda, che ha ferito gravemente il pilota francese Philippe Boutron. Tra le ipotesi anche un possibile attentato. “Pensiamo che possa valere la pena rinunciare a questo evento sportivo. La Dakar potrebbe essere stata vittima di un attentato terroristico” ha dichiarato Le Drian.
Di fronte a tanto allarmismo, la ASO, la società francese che organizza la Dakar, ha risposto con toni pacati, ma fermi: “Ad oggi possiamo solo dire che le investigazioni continuano”, ha risposto il direttore del rally David Castera, “come ha detto il ministro, è importante capire cosa sia successo il 30 dicembre scorso. Ci piacerebbe sapere già la risposta nel rispetto della famiglia del pilota Philippe (Boutron) rimasto ferito, che conosco personalmente. In coordinamento con le autorità locali abbiamo implementato tutte le misure di sicurezza al bivacco, all’ingresso e all’uscita delle speciali per mantenere un livello alto di sicurezza”. Allarme rientrato. quindi. In realtà, con le misure di sicurezza rafforzate sin dalla partenza della carovana, nel bivacco si respira un’atmosfera tranquilla.
Alla domanda sul futuro del rally, dal momento che ASO ha ancora due anni di contratto con l’Arabia Saudita, David Castera ha dichiarato fiducioso: “Non vogliamo trarre conclusioni affrettate. La prima cosa è capire cosa sia successo. Intanto terminiamo il rally e poi vedremo”. I concorrenti tirano un sospiro di sollievo. A Ryad molti team hanno deciso di dormire in hotel, come da tradizione per la giornata di riposo. L’attenzione da parte degli organizzatori rimane comunque alta e anche gli alberghi dove alloggiano le squadre vengono segnalati alle autorità locali. Dal 9, poi, si volta pagina con la carovana che si rimette in marcia alla volta di Al Dawadimi.