“Non credevo che sarei riuscito a vincere una stage. Ho sempre voluto lasciare un segno nel mondo del motorsport, e ora posso dire di avercela fatta”: così Danilo Petrucci, che si commuove e ci fa commuovere dopo aver appreso la notizia della vittoria della sua prima speciale alla Dakar, il rally raid più massacrante al mondo.
Dopo varie e precoci disavventure (per esempio lo smarrimento del passaporto, del portafoglio e del telefono, assieme a soldi e carte di credito, nel giorno in cui la sua Ktm si è fermata per un guasto elettrico mentre Petrux si stava giocando un buon piazzamento), la sua gara sembrava finita già al giorno 3 (e così d’altra parte può essere considerata in termini di classifica).
Da vero combattente, pur provenendo da un mondo completamente diverso qual è quello della MotoGp, Petrucci non si è arreso ed è ripartito il giorno successivo con una zavorra di 11 ore e 30'' sul groppone in graduatoria. Nella tappa numero 5, un anello di 421 chilometri attorno a Riad, Danilo ha chiuso inizialmente secondo a 4’41’’ dal fortissimo compagno di squadra Toby Price, plurivincitore della Dakar. Più tardi è arrivata la notizia della penalità di 6 minuti (per eccesso di velocità in un tratto con limite dei 30) e Petrucci si è così aggiudicato la vittoria.
“Quando me l’hanno detto – il commento di Petrux, ancora visibilmente con le lacrime agli occhi – ho cominciato a piangere e non riuscivo a crederci. Da piccolo mio padre mi regalava videocassette del motomondiale e della Dakar. E quando tornavo da scuola le guardavo sempre. Crescendo credevo che la MotoGp fosse troppo, poi ho cominciato a crederci e sono riuscito a farcela, vincendo due gare. Poi con il mio fisico non era più possibile essere competitivo e allora ho accettato di provare la Dakar. Volevo lasciare il segno nel motorsport e oggi ci sono riuscito. Non riesco a crederci”.
Nei pensieri di Petrux rimane comunque la MotoGp, o almeno le gare sull’asfalto: “La Dakar è bellissima – le sue parole riportate dal Giornale – e mi sto appassionando. Solo facendola mi rendo conto di quanto sia tosta fisicamente e mentalmente. […] Per il futuro vediamo. Mi piacerebbe vincere ancora in pista”.