I ‘pre-event’ della MotoGP normalmente sono poco più di un foto shooting per far parlare del Gran Premio: piloti fuori contesto, esperienze tipiche da turisti altospendenti e cose così, a volte solo un po’ buffe. A Misano, invece, nel mercoledì che avvicina al Gran Premio è stato tutto diverso. Una quarantina di piloti a dividersi un campo da calcio, due squadre (San Marino e Riviera di Rimini) i rispettivi allenatori e un’atmosfera che racconta bene il motomondiale anche quando si gioca a pallone: sono atleti veri questi, e anche se non si prendono sul serio vogliono vincere, segnare. Anche Jorge Lorenzo - entrato nel secondo tempo - gioca da punta alla Pippo Inzaghi, sempre lì sotto porta, poi a fine partita guarda soddisfatto le foto della serata mentre qualcuno gli manda un video con sotto la sigla della Champions League.
Sulle prime fa impressione vedere il paddock traslocare lì, in un piccolo impianto sportivo fuori dalle mura di San Marino. E fa impressione anche a chi nelle corse ci lavora da una vita e che fino a ieri pensava di aver visto tutto. Tra le due panchine, ad altezza campo, è allestito un banchetto per la telecronaca a tre voci in diffusione: Guido Meda tiene il ritmo, Mauro Sanchini lo affianca e Vera Spadini, che per anni ha raccontato il calcio, regala impressioni tecniche. Tutto viene trasmesso in diretta, altra cosa piuttosto rara per un evento simile, su Sky per gli italiani e sui canali ufficiali Dorna per tutti gli altri.
I tifosi sono appassionati, ma non ricordano per niente quelli che normalmente vanno in curva allo stadio anche perché è difficile tifare una squadra o l’altra. Tra i (pochi) piloti bravi col pallone c’è Tony Arbolino, che dopo il secondo goal viene mandato fuori per non infierire troppo sulla squadra avversaria. Elia Bartolini invece è costretto ad uscire dalla partita per spostare la macchina, che poi scopre non è essere sua, ed è un bel metro di misura dell’evento: spontaneo, veloce, organizzato il minimo indispensabile.
È stato un esperimento, questo, in cui tutto è andato come dovrebbe: il coinvolgimento del pubblico - che poteva partecipare gratuitamente, senza prenotazioni - e il senso del pre event al suo meglio, ovvero mostrare i piloti fuori dal loro ambiente mentre continuano ad avere l’unica intenzione di vincere.
Finita la partita (6-2 per Riviera di Rimini) c’è chi scambia due passaggi che si mette a chiacchierare, tutto con le interviste da bordo campo che sembrano proprio quelle delle partite vere. I piloti, moltissimi, hanno lanciato le maglie ai tifosi. Stavolta, invece di essere tre o quattro com’è normale, i piloti erano quaranta, tutti felici di esserci. Carmelo Ezpeleta, che era a bordo campo a gustarsi la partita mentre il figlio Carlos giocava, è stato a lungo criticato per l’introduzione delle gare sprint che vedremo dal prossimo anno. La verità però è che sta lavorando per lo spettacolo e lo sta facendo nel modo giusto, questo evento ne è un po’ la prova: le persone vicino ai piloti, un evento semplice, la partita trasmessa in diretta per tutti. Bello. Anche se il pallone non sarà mai come una moto col pieno.