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Tutto quello che non avete capito della Sprint Race in MotoGP (che alla fine vi piacerà)

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

20 agosto 2022

Tutto quello che non avete capito della Sprint Race in MotoGP (che alla fine vi piacerà)
A tre minuti dall’annuncio ufficiale, gli appassionati hanno cominciato ad inveire contro Dorna, Carmelo Ezpeleta e tutta la federazione motociclistica contro l’introduzione della Sprint Race. Se i piloti hanno tutto il diritto di lamentarsi, chi guarda le corse dovrebbe farsi almeno un paio di domande

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Fino a ieri si parlava di possibilità, oggi le Sprint Race in MotoGP sono concrete come la ghiaia nelle vie di fuga. In breve: dal 2023 si aggiungerà una gara il sabato, lunga la metà (e con metà punti in palio) rispetto a quella di domenica, senza però influire sulla griglia di partenza. Il tutto solo per la MotoGP, Moto3 e Moto2 continueranno con una gara soltanto. La notizia, senza grosse possibilità di replica da parte dei team, è arrivata dritta dai piani alti dell’organizzazione, nello specifico dall’amministratore delegato di Dorna, Carmelo Ezpeleta, dal Presidente della FIM Jorge Viegas e dal presidente IRTA Hervé Poncharal, tutto in diretta (diverbi con i giornalisti inclusi) durante una conferenza stampa straordinaria nel sabato del GP d’Austria.

La cosa, sintetizzando, non è piaciuta praticamente a nessuno: buona parte dei piloti sono in linea col pensiero di Fabio Di Giannantonio, che sulla Sprint Race è stato piuttosto limpido definendola niente meno che “una stronzata”. 44 gare all’anno sono tante e i rischi per chi corre aumentano, oltre al fatto che i piloti non sono stati praticamente interpellati in merito da Dorna. Parafrasando il proverbio: facile fare le gare con le moto degli altri.

Dello stesso avviso sono anche buona parte degli appassionati che, nel giro di un paio di minuti, hanno riversato sui social ogni genere di insulto contro gli organizzatori: è una MotoGP che vuole assomigliare alla Formula 1; lo fanno per soldi; senza Valentino Rossi le gare chi le guarda; questo è uno sport e non uno spettacolo. Rischiando così di sembrare, al netto dei punti di vista, come il nonno a cui hanno spostato il vino dall’altro lato della cucina, terribilmente disorientato e carico di rancore da esternare. La verità è che la MotoGP sta facendo una grossa scommessa per il suo pubblico e, a noi, l’idea di vedere il doppio delle gare piace da matti. Anche se i piloti hanno ragione.

Fabio DI Giannantonio Pole Mugello
Fabio Di Giannantonio, da subito durissimo sul nuovo format della MotoGP

Si, i piloti sono gli unici ad avere ragione

I piloti salgono sulla moto, rischiano la vita e ad andare così forte sono soltanto loro: non sono sostituibili e vanno rispettati. Oltre al fatto che, al posto loro, chiunque storcerebbe il naso. Immaginate cosa succederebbe se da domani vi dicessero di lavorare il doppio con lo stesso stipendio, il tutto senza chiedervi se siete d’accordo mente vi sentite già completamente sopraffatti dall’impegno. Nessuno la prenderebbe bene. Ormai però, in MotoGP non esistono più nemmeno cinque minuti in cui i piloti non debbano dare il massimo. Dall’apertura della pit lane in FP1 al giro di rientro la domenica a fine gara, se sei in MotoGP devi dare tutto te stesso. A conti fatti, tra il correre una gara in più o una FP3 col coltello tra i denti non c’è una differenza abissale. Senza contare, e questo è un fatto, che la MotoGP è il campionato motociclistico più importante al mondo e chi arriva a correrci è uno tra i venti piloti migliori del pianeta. Quindi, se c’è qualcuno in grado di sopportare un carico di stress così elevato, quello è un pilota della MotoGP. Con il preparatore atletico, l'assistente, lo psicologo, il medico, il nutrizionista e il coach a dare una mano. Aggiungendo una gara si aumentano i rischi, ma è anche vero che i piloti avranno più possibilità di gestire il campionato giocando d'astuzia, scegliendo dove risparmiarsi e quando invece dare tutto. Le condizioni - del tracciato, della classifica, delle moto - cambiano ad ogni turno e i più bravi sapranno come approfittarne, chiudendo il gas quando non c’è nulla da portare a casa e rischiando di più se la situazione può pagare. Più strategia quindi, ma non certo basata su pit-stop e team radio.

motogp vs formula 1

A proposito: no, la MotoGP non copia la Formula 1

La MotoGP, piuttosto, sta prendendo esempio dalla Superbike - che è sempre gestita da Dorna - dove ad ogni weekend si corrono addirittura tre gare: il sabato SuperPole e Gara 1, la domenica SuperPole Race e Gara 2. Chi segue la SBK fatica a lamentarsi di questo formato perché è decisamente spettacolare e mescola i valori in campo ad ogni partenza. I piloti della Superbike, atleti preparatissimi anche loro, riescono a gestirlo senza grossi problemi. Moto e gomme sono diverse, forse leggermente meno impegnative, ma basta guardare i tempi sul giro per rendersi conto che con le derivate di serie (che sono sempre più prototipi) non vanno a passeggio. A differenza della Formula 1 poi, aggiungere una gara ad ogni weekend aiuterà anche il campionato: statisticamente, più punti ci sono a disposizione in un anno e più possibilità ci sono che il titolo vada al pilota migliore. Una specie di legge dei grandi numeri applicata alla velocità, che poi è il motivo per cui prima di metà campionato è sempre difficile sbilanciarsi sui possibili contendenti al mondiale.

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“Questo è uno sport, non uno spettacolo”

Ok, è vero. Ma la MotoGP è anche uno spettacolo proprio come lo è il balletto a teatro: sul palco ci sono atleti preparatissimi, gente che ha dedicato la vita a questo e questo soltanto, infatti il pubblico è lì sia per il gesto tecnico che per l'emozione, per lo spettacolo insomma. Il motociclismo muove denaro e Dorna deve trovare il modo per far quadrare i conti come ogni azienda, piccola o grande. Se mancano i soldi manca lo spettacolo, ma con lui viene a mancare anche lo sport. Scoprire adesso che il motorsport gira intorno al denaro sarebbe come scoprire che in moto si muore nel giorno in cui un pilota perde la vita in pista: è sempre stato così e lo sarà per sempre.

Si alle Sprint, ma non fermiamoci qui

A nostro modo di vedere la Sprint Race è un passo in avanti. Più gare, più punti, più situazioni diverse e più vincitori possibili aggiungono nuove sfumature alla MotoGP. È vero però che le moto, col passare degli anni, stanno diventando sempre più faticose e difficili da guidare. Insieme all'introduzione della nuova formula Dorna dovrebbe - e probabilmente lo farà - rivedere il regolamento tecnico: meno aerodinamica, chili e cavalli, così da restituire ai piloti moto più semplici che non li costringano ad operarsi ogni sei mesi per sindrome compartimentale. Oltre - per lo spettacolo e lo sport - a rendere più facili i sorpassi in gara. A questo, magari, andrebbe aggiunta una revisione della commissione gara, che con il doppio delle corse rischia di fare il doppio dei danni. In estrema sintesi: perché essere necessariamente conservatori? Nessuno le ha mai viste, le gare sprint in MotoGP: magari saranno una bella sorpresa per tutti.

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