Tre KTM davanti a tutti. E’ la prima cosa che viene da dire scorrendo i tempi del primo giorno di test della MotoGP 2024 a Sepang. La nuova RC-16, su cui – come dichiarato da Pit Beirer – ha messo le mani il mago dell’aerodinamica RedBull in Formula1, Adrian Newey, è sembrata andare decisamente forte rispetto ai rivali di giornata. Davanti a tutti, però, in questa MotoGP del futuro, si è piazzato il pilota che viene dal passato: Dani Pedrosa.
Il collaudatore della KTM ha portato a termine diversi giri, stampando il record di giornata e mettendosi alle spalle un Pedro Acosta già carichissimo. Meno di due decimi il distacco tra il grande vecchio e il ragazzino spagnolo, che oggi è stato anche l’unico tra i piloti titolari a indossare tuta e casco approfittando dello shakedown. Dietro a Pedrosa e Acosta un altro spagnolo, Pol Espargarò, alla sua prima nelle nuova veste di collaudatore. Quarta piazza, invece, ma con un distacco significativo, per Stefan Bradl, che ha provato una RC213V molto più simile a un dinosauro che a una motocicletta.
In questa prima giornata di test, infatti, a colpite davvero, più dei tempi stessi fatti registrare dai piloti, sono state le moto. S’è visto di tutto, a volte anche con risultati estetici oggettivamente discutibili. Come, appunto, la coda provata da Bradl sulla sua Honda, con tanto di sei appendici aerodinamiche che, almeno a sentire gli esperti, dovrebbero dare maggiore stabilità in curva.
Per quanto riguarda Honda, non si sono visti in pista Joan Mir e Luca Marini, anche se i due –per effetto delle nuove concessioni – hanno la possibilità di provare la nuova moto. Lo faranno verosimilmente domani, quando insieme a loro dovrebbero indossare casco e tuta anche altri piloti titolari dei marchi che beneficiano delle concessioni.
Sul fronte delle stravaganze tecniche, invece, oltre a Honda, a colpire è anche il codone provato dal collaudatore dell’Aprilia, Lorenzo Savadori, sulla RS-GP. Una sorta di spatola orizzontale che ricorda la pinna di una balena. Ma che, sempre a giudicare dai crono, non dovrebbe aver portato vantaggi incredibili in termini di tempi sul giro. Meno vistosa, ma comunque molto diversa nelle forme e soprattutto nel sound rispetto al passato, la nuova Yamaha M1 a cui oggi ha torto il collo Cal Crutchlow, con un gran numero di giri e continui confronti al box con i tecnici di Yamaha. A detta di molti a Iwata sono riusciti, grazie anche alla collaborazione degli ingegneri strappati a Ducati e dei motoristi italiani, a realizzare un prototipo che potrà rivelarsi la vera sorpresa del 2024, per la gioia di Fabio Quartararo e Alex Rins.
Più nascosta, suo malgrado, è stata invece la Ducati. Sulla Demosedici portata in pista da Michele Pirro non s’è visto, almeno dal punto di vista estetico, qualcosa di particolarmente nuovo. E anche lo stesso collaudatore ha dovuto centellinare i giri e il lavoro da fare a causa delle gomme. E’ noto, infatti, che per effetto delle nuove regole sulle concessioni, Ducati ha meno pneumatici a disposizione rispetto a tutti gli altri test team. Per Pirro, quindi, s’è trattato di un vero e proprio lavoro a parte e in cui non s’è tenuto conto del cronometro, fermato a circa un secondo e sei dal miglior tempo di Dani Pedrosa.