La Superbike sta per partire e, dopo i test di Jerez e Portimao, è già tempo di provare a capire che mondiale aspettarsi alla luce di un Bulega sorprendente e di un Bautista che invece sembra aver fatto un po’ di fatica rispetto ai rivali di sempr,e Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea, che da quest’anno saranno rispettivamente in sella a una BMW e a una Yamaha. Tutte le domande che ci sono passate per la testa le abbiamo fatte direttamente a quello che la Superbike la racconta da sempre: Max Temporali
Alvaro Bautista si sta nascondendo o no?
Questa cosa del nascondersi l’ho letta in giro, ma francamente non ce la faccio a dire che un due volte campione del mondo si nasconde. Semplicemente penso che Alvaro Bautista abbia portato avanti un lavoro differente rispetto a tutti gli altri e che di fare il tempone non gli sia importato più di tanto. Lui fa così anche nei fine settimana di gara: al venerdì si concentra su altro. Poi, come lui stesso ha detto, è vero pure che sta facendo i conti con qualche problema fisico, ma, se andiamo a guardare il passo, non si può dire che non sia andato forte.
Quindi è ancora lui il favorito?
Come si fa a sostenere che uno che ha vinto gli ultimi due titoli non sarà il favorito? Certo che sarà lui, anche se probabilmente dovrà faticare un po’ di più rispetto al recente passato.
Per via dei kg di zavorra?
Secondo me quelli contano in maniera infinitesimale. Io penso che la vera zavorra di Bautista possa essere altro: un po’ di appagamento da una parte e un compagno di squadra che ha tanta fame nel lato opposto del box. Lo scorso anno, Bautista disse che avrebbe gradito ancora Rinaldi come compagno di squadra. Alla fine era uno che poteva vincere qualche gara, ma che di fatto non gli dava fastidio. Bulega, invece, potrebbe dargliene, perché quel ragazzo sta vivendo una sorta di seconda vita e non sembra intenzionato a mollare nulla. Come è giusto che sia.
Pensi che Bulega potrà realmente essere della partita?
Io Bulega lo definisco “il più uno”. Nel senso che i favoriti saranno ancora i magnifici tre: Bautista, Razgatlioglu e Rea e poi, appunto, c’è Nicolò. Non lo metto ancora come quarto vero e proprio perché dobbiamo capire se è il pilota che abbiamo visto nella Moto2 o se è il pilota imbattibile che abbiamo visto lo scorso anno. Le premesse, però, sembrano far pensare alla seconda ipotesi.
Razgatlioglu e Rea?
Rea ha vinto sei mondiali, penso non serva dire altro per ribadire che è un fenomeno. Ora avrà tra le mani anche una moto competitiva e un nuovo entusiasmo e, quindi, lo vedremo lì. Razgatlioglu, invece, è probabilmente il talento più cristallino della SBK e con BMW sta portando avanti un gran lavoro.
Chi dice che Toprak è il Marc Marquez della Superbike dice una sciocchezza?
Premesso che non mi piace paragonare i piloti, mi viene da risponderti che in termini di controllo Toprak può far pensare a Marquez come a molti altri fenomeni che abbiamo visto in anni di corse. Lui è speciale in un punto: ha un controllo da funambolo, ma non cade. Se guardiamo indietro, gente come il povero Gobert o come Ruben Xaus era capace di manovre assurde, ma poi spesso finiva anche a terra. Toprak fa quelle manovre assurde, ma cade molto molto poco, quindi significa che ha realmente un controllo disumano. Quello che invece a mio avviso gli manca è la sensibilità del collaudatore e in questo non possiamo paragonarlo a Marquez. Marquez è uno che sulla moto ci lavora tanto, che parla con gli ingegneri e fornisce indicazioni, rispetto a un Toprak che, invece, pensa più ad andare forte e basta con quello che ha tra le mani.
Gli altri italiani?
Vedo bene Locatelli, anche se quel ragazzo ha sempre un gran problema vicino. Detta così può suonare male, ma è un modo ironico per dire che quando prima hai a fianco Toprak e poi ti ci ritrovi Rea, rischi di finire nell’ombra più assoluta. Lui, invece, è comunque sempre lì a giocarsela.
Danilo Petrucci e Andrea Iannone?
Potranno entrambi giocarsi qualche vittoria, ma francamente faccio fatica a vederli in lotta per il titolo. Danilo sembra fare i conti ancora con i problemi riscontrati lo scorso anno. Andrea Iannone, invece, è un po’ una scommessa, perché quattro anni senza corse sono tanti. Di sicuro vivono anche situazioni diverse: Iannone ha proprio preso in mano la squadra e è lui a dettare la linea in GoEleven. Non che un modo sia giusto e uno sia sbagliato, sono certo che potranno fare bene entrambi, ma bisogna stare con i piedi per terra.
Per via della solita storia che i privati non vinceranno mai contro gli ufficiali?
Questa è una certezza che secondo me non sta più in piedi. Magari in passato è stato così, ma oggi come oggi credo sia tutto diverso.
Anche in MotoGP?
Certo, anche in MotoGP
Quindi Marc Marquez, come dicono gli scommettitori italiani, è davvero il favorito per il titolo in MotoGP?
Può giocarsela, ma se mi chiedi cosa pensa Max Temporali su questo, ti rispondo che il favorito non è Marquez. Solo che il motivo non è di sicuro quello secondo cui i team privati non li fanno vincere. Dai, questa cosa fa ridere solo a dirla.
E allora quale è il motivo?
Il motivo è che Marquez ha un’età, viene da un periodo molto difficile e troverà una moto nuova. Ha sicuramente un talento tale da giocarsela ogni fine settimana, ma per vincere un titolo mondiale serve costanza e tutto deve essere perfetto. Non so quanto, così subito al primo anno, tutto sarà perfetto per lui. Detto questo, se per caso Marc Marquez, come qualsiasi altro pilota di una squadra satellite Ducati, sarà lì per giocarsela non penso che Ducati metterà i bastoni fra le ruote. Gigi Dall’Igna è uno che si innamora dei fenomeni e Marquez è un fenomeno, su questo non credo ci sia da discutere. Se farà bene, Ducati gli darà tutto quello di cui avrà bisogno e non escludo nemmeno che l’anno successivo possa vestire di rosso.
Però non ci ha detto chi è il tuo favorito per la MotoGP…
Ho detto, parlando di Bautista, che uno che vince due titoli mondiali consecutivi è sempre il favorito. Quindi lo stesso discorso vale per Pecco Bagnaia. Secondo me sarà ancora lui l’uomo da battere. E chi pensa che potrebbe fare i conti con un calo di motivazione sbaglia di grosso.
Recentemente, Alberto Vergani proprio in una intervista a MOW ha fatto un passaggio di questo tipo: vincere un mondiale contro Marquez sulla stessa moto vale di più che vincerne tre di fila. Sei d’accordo?
Sono più che d’accordo. Ecco perché dico che la motivazione di Pecco sarà alle stelle. Quando vinci ma quello che è considerato il più forte di tutti è fuori dai giochi, ti senti un po’ come se la vittoria valesse un pochino di meno. I piloti sono così: non contenti anche quando c’è tutto da essere contenti. Quest’anno in pista ci sarà anche Marquez con una moto competitiva e questo basterà da solo a alzare ulteriormente il livello. Vale per Pecco, ma vale anche per tutti gli altri. Vincere ha un peso, vincere quando c’è anche Marquez ne ha un altro. Era così anche in passato, con Valentino Rossi o con altri grandi pluricampioni di mondo. In ogni caso il mondiale della MotoGP lo vedo ancora a Borgo Panigale, anche nel 2024.
Tornando, infine, alla Superbike, recentemente Massimo Rivola, CEO di Aprilia, ha detto che così rischia di essere la SerieB della MotoGP. Cosa dovrebbe cambiare, secondo te, per differenziare i due mondiali. La sua proposta è quella di tornare alle regole della Superstock e di mandare veramente in pista moto di serie, togliendo solo specchietti e targa. La tua?
Con Rivola parliamo spesso. A volte discutiamo proprio di questa cosa. Di sicuro qualcosa ci sarà da fare perché la Superbike merita più attenzione, ma bisogna renderla realmente attrattiva. Quando è nata la Superbike, il campionato è stato una risposta a un mercato delle supersportive che stava volando. Oggi le supersportive si vendono molto meno, mentre si vendono, ad esempio, tante naked. L’idea potrebbe essere proprio questa: le carenate in MotoGP, le nude in Superbike. Magari davvero con moto da listino, riducendo anche notevolmente i costi e l’impegno economico richiesto ai team. Però devo essere realista e non penso che questa strada sarà effettivamente percorribile in tempi brevi.