Pedrosa padrino di Pedro. Volevamo farci il titolo, ma poi ci siamo detti che sarebbe stato troppo persino per noi che abbiamo sempre voglia di giocare un po’. Quello che sembra uno scioglilingua, però, sarebbe stato un titolo calzante, visto che proprio in queste ore Dani Pedrosa ha speso parole di grande lode per Pedro Acosta, arrivando anche a augurarsi di essere al suo fianco nel giorno in cui per la prima volta guiderà la KTM RC16 con cui nel 2024 debutterà il MotoGP.
L’ex campione del mondo di Moto3 e attuale leader della classifica generale in Moto2 è per gli spagnoli l’unico vero erede di Marc Marquez e di quella tradizione motoristica che ha sfornato fenomeni del calibro di Pedrosa, appunto, o Jorge Lorenzo. Solo che sono ancora in molti gli scettici: il talento di Acosta non sembra abbastanza puro. Non è di questo avviso, però, proprio Dani Pedrosa. “Sono molto contento che Pedro arrivi in MotoGP – ha detto l’attuale collaudatore di KT M - Sta dimostrando di saper andare fortissimo e speriamo che quest'anno finisca come dovrebbe. Manca ancora mezza stagione e quest'anno deve concentrarsi su come finire bene in Moto2. Tutti i membri KTM cercheranno di aiutarlo in tutto ciò di cui avrà bisogno”.
Tutti e lui per primo, con Pedrosa che sembra quasi volersi proporre per un ruolo da coach, così da aiutare Acosta anche nella gestione della pressione che inevitabilmente si genererà intorno al lui dal momento stesso in cui sarà un pilota della MotoGP. “Pedro – ha raccontato ancora – avrebbe dovuto provare la moto già nei mesi scorsi, c’era un test per lui in programma, ma il meteo si è messo di traverso e è saltato tutto. Spero potrà farlo quanto prima, così da capire subito come si comporta una MotoGP e spero di poter essere lì in quel momento, anche per aiutarlo. Quando io provai per la prima volta una moto della Classe Regina rimasi molto sorpreso. Quella moto era molto alta e io venivo dalla 250, che in confronto era piccola. Rimasi molto sorpreso dalla potenza e l'anno successivo, quando risalii in moto, come pilota Honda andammo ad allenarci in Malesia, una pista larga con le marce più lunghe. A Valencia tendi ad avere molta impennata perché la pista è piccola e ti impressiona di più. In Malesia ti fa impennare meno, c'è più velocità e deve impressionarti un po' meno perché in nastro d'asfalto è molto largo”.
Emozioni che non si dimenticano, traguardi che, comunque, restano scalfiti nella memoria di un pilota anche quando poi arrivano i primi successi. Vincere, insomma, che è quello che Dani Pedrosa augura a Pedro Acosta e a tutto il motociclismo spagnolo, non fosse altro che per poter tornare a lottare alla pari con i piloti italiani. “Pedro – ha concluso – è un pilota molto bravo a adattarsi. Lo ha già dimostrato sia in Moto3 che in Moto2 e penso che non avrà grossi problemi con la nuova moto. Di fortemente diverso, invece, ci sarà l’ambiente, con più attenzioni e più pressione. Essendo un pilota che genera così tante aspettative per la sua qualità e i suoi risultati, sicuramente ci saranno delle aspettative altissime su di lui: Pedro attirerà molti fan in circuito e altrettanti in TV già dalla prima gara”.