“No, non ho parlato con gli altri piloti Honda: penso sia meglio non parlare con loro” – Johann Zarco è così, sceglie d’impulso e non vuole condizionamenti. Così, prima di annunciare al mondo che avrebbe preso la “folle” decisione di scendere da una Ducati per salire su una Honda, ha evitato ogni tipo di confronto con chi conosce bene le caratteristiche, e i tremendi problemi, della RC213V. Neanche una telefonata con Marc Marquez, che per HRC è il rider di riferimento, come si usa di solito tra piloti che stanno per cambiare box.
Il confronto, ammesso che ci sia stato, è stato per Zarco solo con gli affetti vicini e con il suo manager, perché – inutile voler descrivere solo la parte romantica e spregiudicata della sua scelta – ci sono di mezzo anche un sacco di soldi. Più del doppio di quelli che il francese si sarebbe messo in tasca restando con Ducati. Anche se Zarco ci tiene a spiegare che il denaro è stato solo l’ultimo dei motivi: “Non c’è niente di folle. Credo che la Honda abbia il potere di tornare a vincere. Non si arrenderà. E penso che l’esperienza con KTM in passato sia stata positiva, perché anche la KTM è diventata una moto diversa dal 2019 al 2020, nel momento in cui me ne sono andato. Ora quasi tutti vogliono lasciare la Honda, quindi forse il 2024 e il 2025 sono il momento giusto”.
E’ come se Zarco cercasse un riscatto dopo quel fallimento con KTM che aveva rischiato di costargli la carriera. Con l’opportunità di risalire in sella a una moto che, quella volta, gli era arrivata proprio da Honda e proprio sulla RC213V della squadra di Lucio Cecchinello. “Con Lucio ci conosciamo da quattro anni – ha raccontato ancora il francese – Per questo non ho paura. Anche perché io sono un uomo e un pilota totalmente diverso rispetto all’anno del passaggio a KTM. Il mio stile di guida, ad esempio, è perfetto per la Yamaha, ma ho guidato altre moto e quindi mi sono adattato. Mi adatterò anche alla Honda. Anche dal punto di vita della gestione emotiva sono totalmente cambiato. All’epoca di KTM, invece, facevo fatica a contenere la frustrazione”.
Zarco, quindi, è consapevole che la scelta fatta resta inspiegabile per ogni appassionato, così come è consapevole che potrebbe aver deluso i suoi tifosi. Ma p anche convinto che il senso della competizione non è sempre e solo la sfida con gli avversari, ma anche con le circostanze e i nuovi orizzonti. Alex Rins, prima di lui, non ce l’ha fatta e ha cercato soluzioni altrove e è proprio per questo che ha voluto evitare di parlare con gli altri piloti che guidano la RC213V: tenersi lontano dai condizionamenti. Tanto è chiaro già dalle varie dichiarazioni rilasciate alla stampa quale sia il pensiero dominante rispetto a quella moto: “Vado lì per vincere – ha concluso il francese – ma sono tanti gli aspetti che mi danno entusiasmo: capire meglio cosa stanno facendo gli altri piloti e cosa possiamo fare noi. Sono ancora molto competitivo, quindi è un buon momento per provarci. E un contratto di due anni mi toglierà un po’ di stress e peso dalle spalle. Rispetto a Alex Rins ho un carattere diverso e anche un modo diverso di lavorare. Penso di avere più opzioni quando si tratta di guidare. Dal 2017 al 2022 è stato sulla Suzuki per sei anni, quindi posso immaginare che il passaggio sia stato un grande shock per lui. Lo so già e penso che reagirò diversamente. Non abbiamo lo stesso carattere e non abbiamo la stessa esperienza".