“Anni fa, Giorgio Terruzzi mi disse che qualsiasi cosa avesse fatto Valentino Rossi nella vita, avrebbe avuto successo” – Esordisce così Max Temporali nel post pubblicato sulle pagine social di Bardhal Italia a commento dell’ultimo fine settimana della MotoGP al Red Bull Ring. Ok le vittorie di Vietti e Bagnaia, ok un Bezzecchi che vola e ok pure un Franco Morbidelli che, finalmente, potrà salire sulla moto che merita. A catalizzare l’attenzione del noto commentatore della Superbike, però, è il tema che accomuna tutti (o quasi tutti) i temi del GP d’Austria: Valentino Rossi.
La leggenda del motociclismo ha vinto nove titoli mondiali e, adesso, gli sta riuscendo qualcosa che è assolutamente unico nel panorama sportivo: andare oltre se stesso, arrivando persino a superarsi. Come? Con la VR46 Academy, con quella scuola per piloti che ha restituito campioni al motociclismo italiano e tolto dalle mani degli spagnoli lo scettro di dominatori incontrastati. Nonostante questo, però, la figura di Valentino Rossi continua a essere vista, da alcuni, ancora legata alle rivalità storiche, al tifo, al pregiudizio. Quello che Giorgio Terruzzi diceva, prosegue Temporali, “è giusto, figuriamoci se parliamo di moto. Il fatto è che c’è talmente tanta speculazione sulla sua immagine, che rischiamo di perdere poi il suo valore più grande: la competenza”.
Un modo per ribadire che Valentino Rossi non ha vinto per caso o solo grazie al suo talento e, meno che mai, continua a farlo per qualcosa di meramente riconducibile alla fortuna. C’era competenza e, adesso, c’è competenza. Come base, ma anche nelle scelte degli uomini, dei passi da fare, dei tempi per correrli e nelle metodologie per comunicarli. Una competenza che, per carità, ha una mamma che si chiama “passione”. Quella vera, feroce e pure un po’ famelica, che Valentino Rossi magari riesce a rendere meno vistosa solo grazie alla sua apparente leggerezza.
“La passione – aggiunge Temporali, raccontando un aneddoto significativo che riguarda proprio Valentino Rossi – è sempre il fattore determinante in qualsiasi settore. Ricordo un episodio di dieci anni fa: eravamo al Sachsenring e io lavoravo a Mediaset. Valentino ci chiese di riservargli un angolo dell’hospitality per guardare la gara delle Stock 600, che correva in un altro circuito. Restammo colpiti da questa voracità totale del mondo delle corse, in fin dei conti lui era il campione della massima serie, eppure conosceva tutti i piloti di tutte le categorie. Pazzesco. Non è un caso, dunque, che domenica in Austria sia salito virtualmente sul podio anche lui coi ragazzi dell’Academy. E cara grazia che negli anni ha cresciuto questi giovani, altrimenti l’Italia delle moto che storia racconterebbe oggi? In MotoGP ha festeggiato con tre piloti nei primi quattro posti, in Moto2 con una vittoria. È un traguardo che merita risonanza, dobbiamo esserne orgogliosi. Rossi, col team VR46 e con l’Academy, è stato capace di creare un gruppo di lavoro supersonico: tutti bravi, competenti e capaci di divertirsi. Inoltre, da ex (e che ex…), Valentino è in grado di trasferire ai suoi piloti i consigli di chi è in moto con loro: l'esperienza, i nove mondiali e la passione infinita sono il valore aggiunto. Scusate se è poco”.