Cosa ci ha insegnato la domenica perfetta dei “tavulliesi” al Red Bull Ring? Probabilmente che anche nel motociclismo vale la regola che vale in ogni posto di lavoro: sotto gli occhi del capo è bene fare di più e farlo anche meglio. Devono esserselo imposto Celestino Vietti in Moto2 e, subito dopo, Franco Morbidelli, Luca Marini, Marzo Bezzecchi e Pecco Bagnaia (oltre a tutti quelli del Team Mooney VR46) in occasione del GP d’Austria, sapendo che un certo Valentino Rossi era appostato proprio lì, tra la Curva1 e la Curva2, pronto a non farsi scappare niente dei suoi.
Solo che senza poter dire niente, questa volta, ce lo hanno lasciato loro. Perché quella dei “tavulliesi” (li chiamiamo così per comodità, ndr) è stata, appunto, la domenica perfetta. “Abbiamo cominciato benissimo con una gara pazzesca di Celestino Vietti in Moto2, bravo a rimontare regolando anche Pedro Acosta e a rimettere i piedi sul gradino più alto del podio dopo un periodo difficile”- ha detto il Dottore, intervistato da Sky. Che la VR46 sia una realtà che ormai s’è fatta “potenza” nel motomondiale è un dato di fatto, grazie al lavoro pazzesco portato avanti da tutti e coordinato da un Uccio che sta dimostrando di essere molto di più dell’amico di Valentino Rossi. E oggi al Red Bull Ring, contrariamente a quanto accaduto ieri, non ci si è messa di mezzo la sfida.
“Bravissimo il Maro – ha proseguito Rossi e bravissimo anche Bezzecchi. A Pecco, poi, cosa vogliamo dire? Penso che non ha sbagliato neanche una curva in tutto il fine settimana. Forse – ha poi scherzato – una ne ha sbagliata”. In verità Valentino Rossi ha citato anche l’altro dei suoi piloti in MotoGP: Franco Morbidelli. E’ quello che sta passando il momento peggiore in termini di risultati, ma è anche quello che non è mai stato lasciato indietro. Con Valentino Rossi che, ricordandosi di ciò che conta davvero per un pilota, (quello che succede in pista) se ne è uscito così: “Franco sta migliorando sempre. Ieri ha chiuso nono, anche oggi era lì. Sempre in rimonta e sono contento, perché ha fatto una grande gara anche lui”.
Il risultato al di là del futuro, quindi, perché quello - e solo quello - è il metro di un pilota. Tanto che Franco Morbidelli l’ha detto anche in sala stampa, subito dopo la gara: "Mi piacerebbe che si parlasse prima della mia gara piuttosto che mi si chiedesse ancora del mio futuro". Ora, superata la bandiera a scacchi dell’Austria, per lui sarà il tempo di tornare a parlare di mercato. Per lui e non solo: anche per la VR46, per Uccio e inevitabilmente pure per lo stesso Valentino Rossi, che già ieri era stato chiarissimo. “Sul futuro di Franco - aveva detto il nove volte campione del mondo - staremo a vedere, ma è certo che sarebbe bellissimo vederlo su una Ducati ufficiale”. Probabilmente, a voler davvero fare le pulci a questa domenica perfetta per “i tavulliesi”, l’annuncio ufficiale sul futuro di Franco Morbidelli è l’unica cosa che è mancata. Per l’ultimo dei quattro pilotini del Dottore arrivati in MotoGP ci sarà una Ducati. Se ufficiale o meno, in Pramac o in Gresini, si potrà scoprire a brevissimo.