È un Valentino Rossi in discreta forma quello che si presenta nel post Sprint Race del Red Bull Ring davanti alle telecamere degli studi itineranti di Sky Sport MotoGP. Ieri il 46 si era goduto le prove libere da bordopista, scegliendo l’interno di curva 4 come postazione fissa per seguire i suoi ex avversari e immagazzinare consigli da dispensare ai pilotini, oramai cresciuti, dell’Academy. Se nel prequalifica del venerdì pomeriggio la Ducati Mooney VR46 di Bezzecchi si era spenta proprio sotto gli occhi del Dottore (che poi aveva riportato Marco ai box in scooter), ecco che nella Sprint Race di oggi Valentino – posizionatosi a favor di maxischermo in prossimità della chicane 2A-2B – ha visto in direttissima il contatto tra Jorge Martin e Luca Marini, con il numero 10 che ha avuto la peggio. Sulla dinamica degli incidenti in cui Jorge Martin è stato protagonista (il pilota del Team Pramac, dopo aver innescato la carambola in partenza in cui è stato coinvolto Bezzecchi e dopo essersi toccato con Marini, ha chiuso in terza posizione la gara breve, senza subire penalità), Valentino ha pochi dubbi: “Non capisco perché una cosa così debba essere decisa alla fine della gara. Lì semplicemente Martin è partito super carico perché stamattina non aveva fatto il tempo, aveva la soft, sapeva che nelle prime curve doveva fare da matti, però ha fatto un po' troppo da matti. È arrivato forte, ha toccato Quartararo e ha innescato la carambola che ha fatto cadere tre o quattro piloti. Secondo me è semplicissimo, avrebbero dovuto dare subito un long lap a Martin, basta. Non è che devi aspettare la fine della gara, che poi Martin arriva su Luca, stende anche Luca e anche lì si aspetta a decidere. Allora andrebbe rifatta la gara. Lo Steward Panel mi sembra molto veloce e deciso per le cose che contano poco, tipo oggi hanno dato un long lap a Quartararo che invece di tredicesimo ha chiuso quattordicesimo. Invece nelle cose importanti, come uno come Martin che è secondo nel Mondiale e che arriva alla prima curva troppo forte sparecchiando tutti, aspettano a decidere, come se dovessero prima parlare con qualcun altro”.
“Ho parlato con Luca – continua Rossi passando in rassegna il secondo episodio scottante della Sprint Race di Zeltweg - è stato brutto perché eravamo molto gasati, era partito forte e poteva fare il podio. Proprio davanti a noi Martin lo ha toccato e Luca è scivolato. Non mi sembra che Martin fosse già davanti a Luca (ride), in quel punto lì non si passa e se vuoi sorpassare devi fare un’entrata molto cattiva dove forse toccherai il tuo avversario. Luca non voleva né incrociare né niente, solo che lui era lì quando Martin gli si è appaiato in ingresso, ha solo cercato di fare la curva a destra per poi avere l’interno a sinistra, ma Martin in quel momento gli ha dato un’altra spintarina per provare a non farsi incrociare e ha toccato Luca nel manubrio, stendendolo. Per Martin comunque penso sia più grave quello che è successo in partenza. Per Luca resta una bella partenza e dei bei primi giri, oggi Luca guidava bene quindi ci riproverà domani nella gara lunga”.
Poi il 46 si concentra sul suo team e sui suoi piloti – Bezzecchi e Marini – lasciando trapelare dettagli importanti sul futuro di Marco: “Per Bez grandissimo peccato perché lui qui secondo me poteva davvero vincere, solo che questa mattina è stato un po' sfortunato, ha fatto degli errori, è andato sul verde e ha preso una bandiera gialla. Poi senti la pressione, perché i minuti passano, ti innervosisci, il tempo non ti viene, sei stato sempre veloce e quindi tutti, te compreso, si aspettano una prima fila. Poi va a finire che parti settimo, e se ti va bene non ti succede nulla, sennò succede come oggi che ti buttano fuori subito. Marco è al secondo anno in MotoGP, è un top rider, e ha dimostrato che lui la velocità ce l’ha, e quella è la cosa più importante. Poi però ovviamente bisogna lavorare su degli altri aspetti, ed è normale che faccia errori di gioventù perché è all’inizio. Per quanto riguarda il mercato sono stati giorni molto intensi, siamo stati molto con Bez. Il nostro obiettivo è continuare con entrambi i piloti nel 2024, quindi sia con Luca che con Marco. Abbiamo già parlato con entrambi e secondo me ci sono delle buone possibilità. Purtroppo non avremo le moto ufficiali, perché quelle andranno a Pramac. Però parlando con Bez io mi sono sentito di spingere un po', perché secondo me il supporto che possiamo dargli noi nel nostro team è molto buono, e anche se proprio non abbiamo la moto ufficiale ma ne abbiamo una buona come quella che la Ducati ci ha dato quest’anno, possiamo fare bene. Anche perché Bez si trova molto bene con noi, gli abbiamo cucito intorno una squadra top level. Sai, altrimenti cambi squadra, vai in un’altra squadra forte, con la moto ufficiale, però devi ricominciare tutto e non sai se il tuo capotecnico viene. Ci sono pro e contro. Io mi sono sentito di spingere perché secondo me con noi Bez può vincere”.
Successivamente arriva il momento di parlare di Franco Morbidelli, tra i pupilli del 46 e pilota fondativo dell’Academy, al centro di voci di mercato sempre più insistenti: “Sarebbe fantastico per Franco se riuscisse a guidare una Ducati l’anno prossimo, tanto più nel Team Pramac, con la moto ufficiale. Sarebbe una grandissima possibilità per lui, che tra l’altro oggi ha fatto una buona gara, perché è arrivato nono e ha fatto dei bei tempi, andava abbastanza forte. Franco ha dimostrato di essere uno che può vincere le gare, e quindi secondo me la cosa che gli farebbe meglio adesso sarebbe salire su una Ducati”. In merito alle difficoltà attuali dei piloti Yamaha e alla crisi tecnica di Iwata, Rossi sostiene una tesi tutt’altro che scontata: “Morbidelli e Quartararo sono stati compagni di squadra in Petronas con le moto uguali. Lì è stato molto interessante, perché il primo anno Quartararo ha fatto da matti, ha battuto Morbidelli ed è stata la sorpresa, ma l’anno dopo Franco ha reagito e ha battuto Quartararo, facendo secondo nel Mondiale. Secondo me entrambi adesso pagano il ritardo tecnico della Yamaha, anche perché Quartararo ha tirato la carretta per un buon anno e mezzo, quando già la moto aveva difficoltà tecniche. Ma quella è una cosa che non ti viene sempre, dopo un po' hai bisogno di aiuti, anche psicologicamente, per riuscire a dare quel 5% in più. Perché se devi essere sempre tu a metterci qualcosa in più e dall’altra parte vedi che la situazione non migliora, piano piano non solo quel 5%, ma anche un 15% sparisce e non sai bene dove va a finire”.
Infine Valentino si sbilancia su Maverick Vinales, ex compagno di squadra in Yamaha, che anche oggi (ottavo in Sprint Race dopo essere stato risucchiato nel caos della prima curva) ha vanificato un passo gara praticamente impareggiabile con una partenza incerta (Maverick nelle interviste si è lamentato di una Aprilia ancora non perfetta allo spegnimento dei semafori): “Secondo me le partenze hanno una parte tecnica importante, ma non bisogna dimenticarsi la parte psicologica. Cioè come si sente nella sua testa il pilota quando è lì da solo nel momento in cui parte la gara, che è sempre un momento critico. Non è per forza una questione di reattività, perché c’è il pilota che in partenza è tranquillo, quello che è gasato, concentrato, e c’è invece quello che vorrebbe fare il risultato ma non gli viene da un po', oppure sa che può farlo ma è teso. Alla fine è una frazione di secondo. A me Vinales sembra veramente forte, ieri mi ha impressionato in pista, ieri era quello che andava più forte, quello che guidava meglio, però alla fine porta a casa poco. Forse la soffre un po' questa cosa lui. Perché rimane un po' un incompiuto; è sempre quello che va più forte nelle prove ma poi alla fine la domenica gli manca sempre qualcosa. O parte male, o si tocca con qualcuno. Vinales oggi non è che sia partito male...non è proprio partito, è scattato un pelo dopo”.