Capisci che Francesco Bagnaia è diverso dagli altri perché per vincere non gli serve un weekend perfetto. E non gli serve più da Silverstone 2022, probabilmente uno dei weekend di gara più importanti della sua carriera in MotoGP. In Austria, per la prima volta - e probabilmente non l’ultima - col numero uno sul cupolino, Bagnaia fatica il venerdì e domina il sabato, prima con una pole position spaventosa (a sei millesimi dal record di Marco Bezzecchi) e poi con una gara vinta con autorità, passata davanti a tutti dalla prima curva. Lì, in un giro, ha messo abbastanza metri tra sé e Brad Binder da convincerlo a non sciupare una gara per tentare di prenderlo, per poi tenere un ritmo micidiale e ritrovarsi a 46 punti dal primo dei rivali per il titolo, un Jorge Martín sommerso dalle parole. Non le sue però: “Tutto è nato dalla partenza di Vinales”, ci spiega dopo la gara quando gli chiediamo dell’incidente che ha posto fine alla gara di Marco Bezzecchi, Johann Zarco e Miguel Oliveira. ”Sono arrivati alla prima curva che erano in quattro o cinque. Quando ha visto che Quartararo lo stava passando Vinales ha chiuso molto, Quartararo ha lasciato i freni e ha preso Jorge. È stata una circostanza evitabile secondo me, Fabio e Jorge partivano più indietro e si sono lanciati in avanti, arrivavano ad una velocità diversa rispetto a Maverick. Secondo me Jorge ha cercato di stare lontano dai guai ma ci è finito dentro per tutta una serie di cose causate da Vinales e Quartararo. Però è molto difficile da giudicare, così come dare la colpa a qualcuno. Penso che bisognerebbe solo stare più attenti alla prima curva senza pensare di passare sei piloti in un colpo solo”.
È un’analisi lucida, precisa anche, eppure così diversa dalla guerra educata e composta che si stanno facendo gli altri piloti. Difficile dire quanto durerà questo momento, lui non vuole parlarne (“penso solo a fare il meglio possibile”) eppure è piuttosto evidente che questo mondiale può soltanto perderlo lui. Anche perché nel frattempo la moto è sempre più sua, sempre più facile da leggere: “Tante volte mi è capitato di partire per la sprint o per una modifica dell’ultimo minuto, parliamo di piccole cose che però ci aiutano a fare la differenza. Questa moto ci porta molto a fare un lavoro del genere, perché ha più grip della moto vecchia e facciamo più fatica a fare certe cose, è un po’ più nervosa e bisogna lavorarci di più. A volte ci mettiamo più tempo, altre meno - come oggi - però questa cosa mi dà fiducia perché capiamo sempre in che direzione andare”.
Domenica, per la sua gara, Pecco sa di potersi permettere tutto: una fuga, uno zero, una lotta all’ultimo giro. Questa MotoGP adesso è casa sua.