“Ovviamente fa male che la chance di correre in Formula 1, che ho sognato per così tanto, sia finita prematuramente. Ma la vita non è una destinazione, è un viaggio. E a volte devi prendere la strada difficile per arrivare dove vuoi” Con queste parole Nyck De Vries torna sui social, dopo un lungo silenzio dalla notizia del suo licenziamento da AlphaTauri, la squadra che lo aveva accolto da rookie nell'orbita Red Bull dopo una lunga carriera nel panorama Mercedes. Lo fa nella settimana del ritorno del Circus in Ungheria, la prima senza la sua presenza nel paddock in questo 2023, nella breve pausa che ha separato il Gran Premio di Silverstone e gli ultimi due weekend di gara prima delle vacanze estive.
Nelle stesse giornate roventi che vedono Daniel Ricciardo tornare nel paddock, con la divisa bianca-blu dell’AlphaTauri. Dove lui ha già corso all’inizio della sua carriera, quando il nome del team italiano, satellite Red Bull, era Toro Rosso. E in conferenza stampa, con il suo sorriso a gengive scoperte, l’australiano non fa altro che ripetere: “È come se non me ne fossi mai andato”.
“Non me ne sono mai andato”: una frase che il numero 3 ha più e più volte pronunciato in questi anni difficili in McLaren, e che ha riecheggiato nella testa di molti, in questi giorni che preannunciavano il suo ritorno. Sul gradino più alto del podio di Monza, per la sua ottava vittoria al vertice di una gara di F1 in carriera, dove sembrava di aver finalmente davanti un Ricciardo ritrovato. Le cose poi, con McLaren, sono andate diversamente: il licenziamento anticipato, un 2023 che sembrava lasciarlo senza sedile, la preoccupazione di non riuscire più a tornare nella massima serie.
Tutto insieme, in questi giorni di luglio che segnano l'inizio di un periodo da sempre dedicato al fitto mercato piloti. Nella stessa settimana in cui anche Nicholas Latifi, dopo un’assenza sui social durata mesi, dal suo ultimo Gran Premio ad Abu Dhabi al termine del 2022, ha deciso di annunciare che ad agosto inizierà un corso di Business Administration presso la London Business School, lasciando il mondo delle corse almeno per il momento. “È strano non avere la stessa routine che ho avuto per più di metà della mia vita. Questa decisione potrebbe sembrare sorprendente a molte persone, passare ad un’altra categoria sarebbe stata la più ovvia. Sapevo che ci sarebbe sempre stata una vita oltre le corse ad un certo punto, e ho deciso che adesso potrebbe essere un buon momento per preparare me stesso a questo”, scrive il canadese sui social. Un addio alle corse o solo un arrivederci? Chi sa.
In questo girotondo di carriere, vite, delusioni e vittorie che è il paddock, tra chi viene e chi va, bisogna davvero ricordarsi che la vita non è una destinazione ma un viaggio. Qualcuno si spinge lontano, magari sapendo ormai che quella non è più la sua via. C’è chi torna, a sorpresa, sorridente, e chi invece dice solo “arrivederci”, al sogno di una vita, consapevole che la ruota gira per tutti. Perché “a volte devi prendere la strada difficile per arrivare dove vuoi”.