“Ho chiuso al quindicesimo posto e chiaramente non sono contento, mi piacerebbe salutare la Ducati con un risultato migliore perché, al di là di come è finita, è stato un grande onore per me e un grande amore, ma al Gran Premio della Comunità Valenciana non potevo davvero fare di più per come si sono messe le cose e per quanto accaduto in gara” – Sono parole di Danilo Petrucci che ieri sull’asfalto del Ricardo Tormo s’è trovato a fare i conti con un problema del tutto inaspettato.
“Al quinto giro ha iniziato a sfilarsi la manopola sinistra della mia Desmosedici – ha raccontato il ternano – al dodicesimo era completamente saltata via e ho dovuto proseguire così. Non mi era mai capitata una cosa del genere e devo dire che non è stato semplicissimo gestire il problema che ha finito inevitabilmente per condizionare ancora di più la mia gara”.
Giancarlo Falappa, uno dei miti della storia racing di Ducati, l’ha certamente fatta più grossa: vincere senza il semimanubrio sinistro, portando la sua Bimota sotto la bandiera a scacchi tenendo una mano sulla forcella e poi chiedendo ai suoi meccanici di riparare subito il guasto per paura di essere squalificato.
“Feci gli ultimi due giri con la mano sinistra sulla piastra della forcella, riprendendo la frizione in mano per le staccate. Vinsi comunque – ha raccontato il Leone di Jesi in Motorcycle Rockstar - Tornato ai box, i miei meccanici Bruno Leoni e Massimo Braconi mi cambiarono al volo il semimanubrio in titanio prima di entrare in parco chiuso, per non farlo vedere alla direzione. Pensa, dopo il rischio di aver corso con il manubrio rotto ti squalificano anche!”. Un gesto che all’epoca, era il 1989 e il circuito era il Pol Ricard, evocò l’impresa di Tazio Nuvolari, che nel 1946 aveva chiuso la Coppa Brezzi, a Torino, senza il volante della sua auto Cisitalia.
Con le dovute proporzioni, viste le differenze notevoli, quanto fatto ieri da Danilo Petrucci ha ricordato questi due episodi della storia del motorsport. Ma senza andare troppo indietro nel tempo, qualcosa di molto simile a ciò che è accaduto al pilota di Terni era successo, appena due stagioni fa, a Jorge Lorenzo, in sella alla Honda del Team Repsol durante il Gran Premio di Argentina a Termas de Rio Hondo.
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