Sono passati tre giorni dalla spaventosa caduta di Francesco Bagnaia a Barcellona, eppure Pecco è già a Misano con l'obiettivo di ottenere il via libera dai medici e correre il Gran Premio di casa. La domenica del Montmelò, oltre al clamoroso risultato sportivo di Aprilia, verrà ricordata come una delle più fortunate per il mondo delle corse, nonché per la dolcezza di Brad Binder - con gli occhi lucidi davanti a Pecco - e per la carezza di Davide Tardozzi a Domizia Castagnini fuori dal centro medico nel momento in cui l’ambulanza col numero uno si avvicinava lentamente per non aggravare la situazione del pilota.
La scena davanti al centro medico, vista con gli occhi e non dalla televisione, è stata a dir poco straziante: Domizia è sola, immobile, lo sguardo assente. Davide Tardozzi la raggiunge dopo qualche minuto e, agitatissimo, fa avanti e indietro come uno che cerca la direzione giusta per le cose, non per sé stesso. Ogni tanto guarda lei, poi continua a camminare, a muoversi. Ad un certo punto però decide che più che di privacy ha bisogno di affetto, così le si avvicina e la accarezza, prova a tranquillizzarla un po’, le asciuga qualche lacrima. Un cameraman della Dorna, da dietro la rete che divide il centro medico dalla strada di servizio, li inquadra: è un’immagine che fa il giro del mondo, almeno il nostro. Così intima che riprenderla è un piccolo crimine, così bella che ne vale comunque la pena. Quando incontriamo Davide Tardozzi alla Gresini Racing, per la presentazione del museo dedicato a Fausto a Faenza, ci troviamo davanti un uomo appassionato di corse, non il Team Manager del Team Ducati Lenovo. Così, in due minuti, ci racconta di quella giornata e di cosa verrà adesso.
Davide, la foto in cui fai una carezza a Domizia Castagnini fuori dal centro medico di Barcellona prima dell’arrivo di Pecco Bagnaia ha fatto il giro del mondo. Che momento è stato?
“Domizia era, ovviamente, devastata. In quel momento non sapevamo cosa fosse successo. Quando ti passa sopra le gambe una moto così… io in quel momento pensavo gli si fossero sbriciolate le gambe. Chiaramente lei era ancora più preoccupata di me, è stata una situazione molto, molto pesante”.
Poi però è arrivato Pecco e con lui le buone notizie.
“Alla fine è andata bene, è stato un miracolo. Non so cosa sia successo, parliamo davvero di un miracolo. Non ha niente di rotto e non me lo sarei mai aspettato, sono contentissimo. Credo e spero che Pecco ci darà delle grandi soddisfazioni a Misano”.
È un pilota che sta crescendo moltissimo: veloce, maturo, sicuro. Non è che dopo questa vi ritrovate con un Iron Man nel box?
“Pecco è un grande professionista e credo che la sua preparazione atletica sia una delle ragioni per cui non si è fatto niente. Detto questo chiaramente prima di tutto ha avuto grande fortuna, ad ogni modo penso che Pecco farà di tutto per darci grandi soddisfazioni a Misano. Non è al cento per cento, ma nemmeno all’ottanta”.
Volendo scommettere un centesimo da pensare che ci metterà il cuore. Come la vedi?
“Credo di sì, credo che cercherà di darci molto di più di quello che avrebbe potuto darci in una condizione normale”.
Da ex pilota questa dev’essere un’emozione importante.
“Beh, io mi emoziono sempre: riesco a non piangere ma le trattengo. E quando vinciamo vorrei piangere di gioia, io la vivo in maniera passionale, tanto che molto spesso i piloti mi dicono che andavano più piano perché ero seduto nel sellino con loro… e ragionevolmente è così!”.
Pensi che il poco grip dell’asfalto abbia influito sulla caduta? Un highside di questo genere non è normale. Va bene la gomma fredda, però…
“No, perché la gomma fredda? La gomma non era assolutamente fredda. Noi abbiamo analizzato tutti i dati e non c’era nessun problema alla moto e nessun problema di temperatura alla gomma. La moto era perfettamente in ordine, quel che è successo è successo. Ora però c’è Misano”.