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Ok, ma come ha fatto Pecco Bagnaia a cadere in Spagna? Le responsabilità di gomme, pista, elettronica e pilota

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

5 settembre 2023

Ok, ma come ha fatto Pecco Bagnaia a cadere in Spagna? Le responsabilità di gomme, pista, elettronica e pilota
Di cadute come quella di Pecco Bagnaia al Montmelò non se ne vedono tante, specialmente di questi tempi. Ma allora di chi è colpa, come sono andate le cose? Ecco tutto quello che sappiamo

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Fa effetto a pensarci, ma quello di Francesco Bagnaia al Montmelò è uno degli incidenti più pericolosi che la MotoGP abbia visto da quando le moto montano il motore a quattro tempi. Ovvero, per capirci, da quando la coppia non viene più erogata in maniera quasi imprevedibile come succedeva invece negli anni Novanta. Per quanto Bagnaia ne sia uscito come un miracolato, dimenticare quei momenti non sarà facile per nessuno. Tralasciamo per un momento la componente umana, di cui si è già scritto tanto: da Davide Tardozzi che accarezza la fidanzata di Bagnaia, Domizia, fuori dal centro medico, fino ai messaggi - di tutti i piloti, di tanti sportivi e anche di uno stuolo di personaggi pubblici - che sono arrivati a Pecco sotto la foto in cui sorride scrivendo che “c’è solo da dire grazie”. Passiamo all’aspetto tecnico invece, che poi è quello di cui parleranno nel box del numero 1 a partire dal mercoledì di Misano. Ed è quello su cui è giusto concentrarsi per tornare a correre subito, provare a vincere anche, perché no. La storia dei più grandi è anche questa, anzi è soprattutto questa, specialmente se parliamo di un pilota che del rialzarsi ha fatto un’arte recuperando 91 punti in mezza stagione.

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Pecco, intervistato da una giornalista spagnola all’uscita dell'Hospital General de Catalunya, ha parlato poco ma è stato chiaro su tutto: “Sonbo stato molto fortunato, devo essere grato. A volte devi essere fortunato. Non so cosa sia successo, avevo poco grip dal warm up lap, ho solo dato una gran botta, un highside non normale. È molto difficile al momento individuare cosa sia successo, è stata sicuramente una caduta non normale e il grip che avevo dietro già dal warm up non era normale. Faremo di tutto per provare a fare bene a Misano”.

Senza scendere troppo nei dettagli quindi, Bagnaia sembra identificare una responsabilità nella gomma posteriore, cosa di cui - tra l’altro - ci aveva parlato anche al termine delle libere del venerdì: “Non avevo feeling, ma è bastato cambiare gomma ed è tornato tutto a posto. Meglio che sia successo oggi piuttosto che domenica”. Ecco, a sentire lui sembra che domenica sia successa esattamente la stessa cosa. E chissà che succede nella testa di un pilota quando, mentre percorre l’ultimo giro prima della gara, si rende conto che la moto non reagisce come dovrebbe.

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Ma non c’è solo questo. Il Montmelò è uno dei circuiti con meno aderenza in tutto il campionato - finora, perché in Asia c’è da aspettarsi qualche sorpresa - al punto che più di un pilota ha fatto notare che senza una riasfaltatura nel 2024 rischia di saltare l’appuntamento. Oltretutto, Bagnaia parte fortissimo al via, rifilando qualcosa come due o tre decimi al resto del gruppo nel giro di una curva. Stava dando tutto per provare a scappare e la spalla sinistra della gomma era decisamente fredda: l’ultima curva a sinistra del tracciato è la 11, poi ce ne sono tre a destra, il traguardo e un’altra a destra prima di arrivare a quella in cui Pecco è stato sbalzato fuori dalla moto. Poco grip, gomma fredda, manata di gas. Ma anche gestione elettronica, perché le MotoGP hanno sì il controllo di trazione, l’anti wheelie, le mappature per la potenza e chissà quanti altri parametri su cui intervenire ma non hanno lo slide control che è presente, per dirne una, sulle moto di serie d'alta gamma. Se è così è per una questione di regolamento che i piloti oltretutto non vogliono rivedere: sarebbe più sicuro forse, ma toglierebbe ancora un po’ di responsabilità dalle loro mani.

Un'insieme di cose quindi, di cui con tutte le probabilità non sapremo mai davvero tutto. La cosa bella e paradossale di tutta la vicenda però è che Francesco Bagnaia non può certo definirsi sfortunato. È come se gli avessero sparato a tre dita dal cuore, eppure va tutto bene. Quando capita qualcosa di così rischioso, violento e insolito però è fondamentale fermarsi a riflettere un attimo e tentare di capire davvero come siano andate le cose, perché la responsabilità del pilota è prossima allo zero, dunque le responsabilità vanno trovate altrove. Farlo per poi cambiare le cose è l'unico modo per evitare che succeda di nuovo.

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