In Ducati funziona così: ognuno ha una parte da interpretare. E dopo il Mugello non è andata diversamente, così se da un lato resta l’immagine di Davide Tardozzi che attacca a fuoco Marc Marquez, dall’altro resta quella di Gigi Dall’Igna che palpeggia la Desmosedici con gli occhi di uno che è innamorato come pochi. Scene a confronto dentro un box che, ormai, ruba la scena. Anche se un’immagine è decisamente seria e l’altra, invece, strappa un sorriso.
A quella seria ci ha pensato, appunto, Davide Tardozzi, che dopo il battibecco in pit lane tra Marc Marquez e Pecco Bagnaia per la solita “manovra succhia scia”, non ha esitato a prendere di petto lo spagnolo. Però con una premessa doverosa: “Marc Márquez non è un nemico di Ducati, è un avversario, che è diverso, e vedere un campione che soffre è una cosa che mi fa schifo”. Una premessa che non toglie comunque valore a ciò che Tardozzi ha da dire subito dopo: “Quello che critico sono alcune sue azioni che un campione come Marc Márquez non dovrebbe fare. E’ vero che il regolamento lo consente, ma penso che un campione come lui dovrebbe essere più umile, anche per capire il reale livello. Non aiuta la Honda se strappa il secondo posto in qualifica grazie alla scia, perché quella non era la sua posizione per la sua moto e quello che sta facendo non piace ai tifosi. E’ uno dei primi cinque di tutti i tempi e non può offuscare la sua immagine con certe azioni".
Una presa di posizione netta, decisa. E che, di fatto, suona anche come un appello a mettere fine a un certo tipo di comportamenti in pista. Anche se c’è da dire che questa Ducati può anche permettersi di regalare qualcosa – persino a Marc Marquez – alla luce di quello che si è visto al Mugello. Sempre davanti, non solo con Bagnaia, ma anche con i due di Pramac e i due del Team Mooney VR46, al punto che nella classifica generale dedicata ai team le due squadre private sono davanti a quella ufficiale (che di fatto ha corso fino al Mugello con un solo pilota). La Desmosedici, senza nulla togliere a Pecco Bagnaia fa la differenza e quanto quella moto sia la creatura perfetta si è visto anche in un siparietto che non è sfuggito agli occhi delle telecamere nel box Ducati.
C’è Gigi Dall’Igna, che di quella moto è il padre, che si avvicina alla Desmosedici mentre parlotta nel box. La guarda come un qualsiasi uomo innamorato perso guarderebbe la sua fidanzata e, poi, …la palpeggia! Sì, la palpeggia proprio sul codone. Ok, si scherza, ma c’è umanità vera in quel gesto e c’è, probabilmente, anche l’orgoglio per un cammino fatto che è partito da lontano e che è stato tempestato anche di critiche, spesso feroci, che venivano addirittura da chi si professava ducatista.