Lo avevamo già intravisto a Jerez e Sepang è stata una conferma: la Honda ha rivoluzionato la RC213V, rendendola più facile da guidare per tutti i piloti e quindi meno provante per il fisico. Una filosofia radicalmente diversa rispetto a quella degli ultimi anni, che vedeva la moto giapponese decisamente estrema e davvero sfruttabile soltanto da Marc Marquez. In passato però, tra gli ultimi mondiali della vecchia 500 e i primi della MotoGP, Honda puntava alla versatilità piuttosto che alla prestazione assoluta. E quando il mondiale 2021 ha incoronato all’unanimità la Ducati come moto da battere, ai giapponesi la cosa non è piaciuta affatto, tanto che - come spiega a MOW L’ingegner Giulio Bernardelle - HRC ha deciso di ispirarsi a Borgo Panigale per ritrovare quella competitività che negli anni si è un po’ andata a perdere.
A confermare queste sensazioni è stato anche Dennis Noyes, ex pilota nonché giornalista statunitense, che in una lunga intervista ai colleghi di MotoSan ha parlato anche della situazione in casa HRC: “Sapremo molto presto se Marc starà bene - le parole di Noyes - La Honda ha perso un paio d'anni per mancanza di un leader nello sviluppo della moto. Ma Marc è solo una parte dei problemi della Honda. Quello che la Honda non ha mai sopportato è un marchio più veloce in pista, e quello che fa male ai tecnici Honda è che nel 2021 le Ducati hanno mostrato una migliore velocità massima in 16 delle 18 gare, e il loro dominio nelle ultime due gare dell'anno. Dopo due anni con lo sviluppo del motore congelato, immagino non solo una Honda che entra e esce di curva meglio (secondo me più per caratteristiche del motore e freno motore che altro) ma un V4 capace di far paura con un velocità massima di 360 sul rettilineo del Mugello. Come hanno notato diversi piloti, in particolare Nakagami, non è per niente comodo trovarsi in scia di una Ducati. Se Marc è davvero bravo e se la Honda ha fatto bene i suoi compiti in questi due anni di motori congelati, rimetto Marc e Honda come favoriti”.