Marc Marquez appare stanco dopo i due giorni di test a Sepang. Pensava di non poterci essere, invece da inizio anno le sue condizioni sono costantemente migliorate. Il conto finale parla di un buon numero di giri, un paio di errori (non si è risparmiato le scivolate) e di una Honda che sembra competitiva. Marc non nasconde la stanchezza ma nemmeno la felicità: esserci - ed essere veloce - è già abbastanza.
“Sono in condizioni simili a quelle del 2018 o 2019, perché è vero che ora mi sento bene, ma ho iniziato la mia preparazione fisica due settimane fa - ha raccontato Marquez ai canali ufficiali della MotoGP - Ieri mi sentivo bene e oggi anche quando ho fatto il tempo, ma al momento è impossibile resistere tutto il giorno a un ritmo costante, essere veloce e girare. Ho guidato fino alla fine, ma la mattina ho detto alla squadra di fermarsi perché non stavo più andando bene. Era meglio fermarsi e tornare nel pomeriggio. La sfortuna è che poiha piovuto, ma questo, sulla moto, è il miglior allenamento possibile ed è stata la prima volta che ho guidato con la nuova moto”.
Se la Honda non era mai stata particolarmente incisiva a Sepang, quest’anno anche la condizione fisica ha influito sulla prestazione: “Il test più difficile è stato questo, in Malesia. È un circuito fisico, molto impegnativo. Ora abbiamo quattro giorni per riposarci e tornare a Mandalika per fare più giri in moto. Domenica mattina ero veloce, poi sono stato più attento perché nel primo giorno ho fatto due piccoli errori e non volevo ripeterli, quindi ho guidato in modo facile e scorrevole. Voglio capire questa moto ed essere di nuovo veloce, quindi sono felice che ci sia un altro test”.
Poi torna sulla diplopia, spiegando ancora una volta le sue condizioni fisiche e i fatto che lui, ai 9 titoli di Valentino Rossi, ci pensa poco: “La vista è perfetta perché altrimenti non sarei tornato in moto, ma è vero che ho notato una mancanza di forza alla spalla e il dolore, anzi il fastidio, è stato costante. Logicamente si lavora per lottare per il mondiale di quest'anno e la mentalità è quella di sempre, non penso al nono titolo: corro come se fosse il primo mondiale, questa è la mentalità”.
Rispetto a quando si correva con le 500, continua poi Marquez, le cose sono cambiate moltissimo. “La moto è sempre fondamentale ed è vero che adesso c'è molta uguaglianza tra tutti i marchi. Sono dieci le moto, anche di più, dodici, che possono vincere il Mondiale e questo non succedeva nella 500. Qui si è visto che l'Aprilia, la Ducati o la Honda e la Yamaha con Quartararo sembrano volare, ma è anche vero che ogni volta ci sono più cose sulle moto e tutto deve essere più strutturato: motore, benzina, gomme aerodinamica…”.
Chiude, infine, con una considerazione sulle parole di Alberto Puig, il quale ha salutato i test di Sepang come i migliori di sempre per la Honda: “E' stato un buon primo contatto. La moto ha già avuto buoni riscontri dai piloti a Jerez e qui, quando era il momento di spingere, i tempi sono venuti a tutti i piloti. È positivo, ma non è il primo anno che va bene a Sepang e poi ci sono problemi. Ricordo che nel 2015 abbiamo fatto il record della pista e poi abbiamo avuto problemi durante la stagione quindi bisogna stare attenti, ma sembra buono”.