Nel 2020 ha vinto il mondiale senza Marc Marquez in pista e per questo il suo titolo è, secondo molti, un alloro che vale un po’ di meno. Glielo dicono spesso e lui, Joan Mir, ha anche perso qualche volta la pazienza davanti a questo tipo di accusa, anche se con il tempo ha dovuto imparare a farci i conti: “Non mi piace quando vedo questi commenti – ha spiegato - È normale che mi critichino, anche se non reagisco nel migliore dei modi quando lo vedo. A volte non mi riconosco, perché non sono così, ma imparo dagli errori e non dico che non mi interessa cosa dicono le persone, perché alla fine le opinioni contano”. Ammette di sbagliare, quindi, ma si assolve sul piano dell’umanità, con Mir che nel 2021 ha sofferto parecchio il gap tecnico della sua Suzuki rispetto alle altre moto. Ma che ha sofferto, prima di tutto, proprio il mancato confronto diretto con Marc Marquez.
Adesso, però, l’otto volte campione del mondo è tornato e Joan Mir, che non lo ha mai amato, vuole la bagarre. Tanto da avere già cominciato a provocarlo: “Marc Marquez non è il favorito – ha detto – Sicuramente sarà uno dei favoriti e se ci sarà da combattere sarà il primo a buttarsi nella mischia. In cima alla lista dei candidati al titolo c’è Fabio Quartararo. Sicuramente quest'anno in tanti faranno un passo avanti e vedremo se potremo esserci anche noi, come alla fine dello scorso anno” .
Mir non nasconde di aspettarsi molto dalla Suzuki a cui ha tolto il velo oggi, anche perché il suo è uno dei nomi caldi del mercato e c’è la prospettiva di finire in sella alla Honda che adesso è di Pol Espargarò. Quindi nello stesso box della sua ossessione: Marc Marquez. Però il campione del mondo del 2020 vuole dare un’altra opportunità alla moto di Hamamatsu: “Ci sono cose da provare e domani potrò parlare più nel dettaglio, ma vedere le cose sulla carta è sempre un buon inizio per essere motivati – ha concluso il maiorchino - Oggi non abbiamo un punto in cui siamo deboli e altri in cui siamo molto forti. Abbiamo una moto abbastanza equilibrata e dobbiamo cercare di migliorarla in tutti gli ambiti. L'anno scorso, nelle ultime tre gare, abbiamo visto un cambiamento il sabato e ho iniziato a sentirmi bene, a lottare per le pole position. Il pacchetto in generale deve essere migliorato. Sono state introdotte novità, come alcuni telai da testare e il motore 2022 leggermente migliorato. Vedremo cosa si può fare. Voglio finire questo test correttamente, così posso continuare a lavorare su Mandalika ”.
Test decisivi, quindi, sia per capire il livello di competitività della moto, sia per valutare le proposte che arrivano da altri marchi. E lo stesso vale per il compagno di squadra di Mir, Alex Rins, che però ha deciso di cambiare atteggiamento e approccio alle gare: “Lo scorso anno ho pensato troppo, devo ragionare gran premio per gran premio”. Anche perché la MotoGP di adesso non lascia tanto spazio ai calcoli, visto il livello che si è raggiunto: “Quando sono arrivato nella classe regina, nel 2017, c'erano Márquez, Lorenzo, Valentino e basta. Adesso però sono tanti, è diventato persino difficile qualificarsi bene. Dire chi mi spaventa non è l'espressione giusta, ma so che sarà dura. Il mio obiettivo – ha concluso Rins - è ritrovare quelle sensazioni che ho avuto nel 2020. Due anni fa ero abbastanza veloce, le cose brutte che mi sono successe la scorsa stagione le devo sfruttare per imparare. Durante l'inverno ho lavorato sia sul lato fisico che mentale. Voglio fare una buona stagione. Suzuki ha lavorato molto e anche io. In questo test, più che provare cose nuove, abbiamo bisogno di conferme. L'anno scorso, a Jerez, hanno portato il nuovo motore ed ero abbastanza soddisfatto. Poi negli ultimi giorni Sylvain ha provato delle nuove ali che sembrano un passo avanti”.