La Red Bull deve ringraziare ancora Dietrich Mateschitz. E il budget cap non c'entra.
Il team campione del mondo nel weekend di Austin ha detto addio al suo storico fondatore che però fino all'ultimo ha dato il suo enorme contributo, che va oltre lo slittamento delle sentenze per il caso che potrebbe avere ripercussioni sulla prossima stagione. Lo ha rivelato il team principal Chris Horner, che non ha festeggiato come si dovrebbe la conquista del titolo.
“Aveva impostato e approvato i piani futuri per il Powertrains, ed è stato coinvolto fino alla settimana scorsa. Ha pensato al futuro a lungo termine della squadra. L’impegno che ha dimostrato e ciò che ci ha permesso di creare a Milton Keynes mette la Red Bull in una posizione buonissima per molti, molti anni a venire“, ha detto il team principal britannico.
Il trionfo Red Bull è stato speciale: “Vincere il Gran Premio negli Stati Uniti e conquistare il campionato costruttori è stato un momento molto speciale per noi come squadra e come azienda. Farlo in un fine settimana in cui è mancato Dietrich rende questo titolo ancora più speciale".
“Ovviamente vorremmo dedicare questo campionato a lui e alla sua famiglia per tutto quello che ha fatto non solo per la Red Bull, ma per la Formula 1. Quando abbiamo appreso la notizia della scomparsa di Dietrich, è stato un momento molto emozionante per tutta la squadra, perché era un uomo gigantesco: ci siamo sentiti decisi a onorarlo in un modo che lo rendesse orgoglioso. Quindi non c’erano fasce nere al braccio in segno di lutto, non c’era un minuto di silenzio. Quella di Austin era la celebrazione giusta per la sua persona", ha concluso Horner.