Ha ragione Alvaro Bautista a lamentarsi del fatto che in pista, assieme a lui e alla sua Panigale V4-R, ci siano piloti e moto che girano 10 secondi più lenti. È come se l'intero schieramento delle MotoGP frequentasse l'asfalto in compagnia delle Moto3. Avete mai osservato una simile coincidenza? La domanda è retorica e la risposta ancor di più scontata: "No, perché è pericoloso". Invece ai primi test 2023 che la Superbike sta completando in questi giorni a Jerez de la Frontera non partecipano solamente le derivate di serie più veloci. Sul tracciato, tutti insieme appassionatamente, ci sono anche Stefan Bradl con la Honda MotoGP (ma lui gira praticamente sugli stessi tempi di Bautista, non rappresenta un problema) e le Supersport 600 di Bulega, Caricasulo, McPhee, Oncu e - tra gli altri - Ana Carrasco. Con la differenza che la Yamaha R6 con cui Ana si allena non è in "configurazione gara" come le altre Supersport 600. La campionessa di Murcia quindi è inevitabilmente, per evidenti disparità tecniche, la più lenta in pista. Una differenza che, in media, si traduce in dodici sedondi al giro di distacco da chi, in pista con lei, sigla i migliori cronologici (Bautista, Bradl, Razgatlioglu). Sei secondi dalle Supersport 600 più rapide (Bulega, Caricasulo).
La polemica, dalle nobili premesse, sfocia poi in uno sterile battibecco da strada. Alvaro Bautista, ai microfoni di Speedweek, non si limita a denunciare la situazione, ma attacca e offende la collega sul personale: "Ana Carrasco era circa mezzo rettilineo davanti a me, ma in frenata mi sono avvicinato a lei troppo velocemente. Mi sono dovuto spostare verso destra, andando nella parte sporca della curva e la ruota anteriore è scivolata. Non è successo niente. Ana dovrebbe girare con gli amatori, al momento è troppo lenta per farlo con i piloti della Superbike e della Supersport. Non è molto sicuro". Ana, dal canto suo, nel tentativo di rispondere a tono - sui social - sposta l'attenzione sulla questione di genere: "Dici che devo girare con gli amatori perché sono una donna? Campione del Mondo, ho visto la tua tabella sul traguardo e sapevo che stavi arrivando. Tra la curva 1 e la 2 mi sono messa all'interno, mi sono girata per vedere quando saresti passato, e ho visto che stavi cadendo da solo...quindi non raccontare balle". Una risposta da parte della campionessa della Supersport 300 2018 in merito ai suoi oggettivi limiti tecnici sarebbe stata più incisiva. Avrebbe messo in luce un problema che sta a monte, deriva da chi ha consentito che Alvaro Bautista ed Ana Carrasco fossero in pista assieme nel giovedì di Jerez. Il minor costo e, quindi, la convenienza logistica di accorpare nella stessa giornata i test di due cilindrate diverse - Superbike e Supersport 600 - non può prevalere sul tema sicurezza. Perché questa volta, come dice Bautista: "Non è successo niente". Anzi, è andata bene che da una situazione potenzialmente molto pericolosa sia scaturita solamente questa debole polemica. Una piccola rissa verbale che, per le modalità con cui si è sviluppata, difficilmente risolverà il problema principale. La sicurezza in pista è un interesse primario per i piloti, un interesse sempre - incondizionatamente - meritevole di tutela. Un interesse di Alvaro Bautsita ed Ana Carrasco, che hanno perso un'occasione.