Se si pensa a Honda si immaginano i colori di Repsol. Perché è così da praticamente sempre e perché quello tra il reparto racing dell’Ala Dorata giapponese e il colosso del settore energetico è un binomio che domina la scena del motorsport da qualche decennio. Ma in futuro potrebbe non essere così. La bomba arriva dalla stampa spagnola, secondo cui ci ben più di un indizio lascerebbe intendere l’imminente fine di un matrimonio storico. “Il 22 novembre sul Circuito di Portimao finirà la stagione 2020 di MotoGP – si legge sul sito todocircuito.com - e a questo punto dell'anno non si sa ancora cosa accadrà a una delle unioni più prolifiche di successi nella storia del campionato: quello di Repsol e Honda. L'ultima volta che entrambi i colossi industriali hanno confermato il loro impegno è stato, nello specifico, il 9 luglio 2018 , quando mancavano ancora quasi cinque mesi alla fine di quella stagione”.
Il fatto che a meno di due mesi dalla fine della stagione non solo non si è assistito ad alcun annuncio, ma non si è avuta notizia di sorta circa una trattativa in corso, lascerebbe intendere che dopo 35 anni di corse insieme l’avventura sia giunta al termine. Perché, come si legge ancora nelle pagine dell’online spagnolo: sia Honda che Repsol non stanno attraversando il loro momento migliore, con Honda che è ogni domenica più distante dal podio in MotoGP dopo l’uscita di scena per infortunio di Marc Marquez e con il solo Takaaki Nakagami (non sponsorizzato Repsol) a salvare il salvabile, e Repsol che, a causa del Covid19, si trova a fare i conti con una crisi senza precedenti”.
Già lo scorso anno, in occasione di un evento pubblico, il presidente di Repsol, Antonio Brufau, aveva espresso preoccupazione per la sempre minore capacità della MotoGP di catalizzare l’attenzione del grande pubblico, ricordando come la gara di Valencia, nel 2015 (l’ultima del mondiale vinto da Lorenzo e del fattaccio tra Rossi e Marquez) avesse fatto assistere ad un picco di visibilità che negli anni successivi non è stato neanche lontanamente avvicinato. Un fatto, questo, che il presidente di Repsol aveva sottolineato, potendo però contare ancora sulla visibilità restituita dalle imprese di Marc Marquez. Ma ora che Marquez è uscito di scena, almeno per questo anno, l’investimento del colosso del settore energetico e petrolifero verso Honda non appare più giustificato, poiché l’illustre assenza ha inevitabilmente reso evidenti i limiti della moto che gareggia proprio con i colori di Repsol. Oltre, sembrerebbe, ad un atteggiamento dei vertici del reparto corse di Honda non sempre aperto al dialogo e al confronto anche con gli sponsor.
Se Repsol, come ipotizzato, dovesse realmente lasciare, per Honda HRC verrebbe meno un sostegno di circa 15 milioni di Euro a stagione e questo, tradotto in termini spiccioli, significherebbe ritrovarsi in ginocchio. E’ chiaro che, al momento, quello ipotizzato da todocircuito è solo uno scenario, ma a sostegno dell’ipotesi la stampa spagnola porta un ulteriore indizio: l’addio di RedBull a Tech3, il team satellite di KTM. Secondo i media iberici, infatti, questa scelta sarebbe figlia della volontà di RedBull di incidere maggiormente nei bilanci di non tanto di Honda, ma dei suoi piloti, spostando letteralmente gli investimenti dalla carena della moto austriaca alla tuta (e alle divise in genere) di Marc Marquez e Pol Espargarò.
Tra i motivi di attrito tra Repsol e Honda ci sarebbe anche l’accusa (paradossalmente da parte della compagnia petrolifera) di essere troppo spagnolocentrici, con il team ufficiale della casa giapponese che negli ultimi anni, dopo Casey Stoner, ha ingaggiato solo ed esclusivamente piloti spagnoli e ponendo al vertice della squadra un dirigente, Alberto Puig, anch’esso spagnolo.