È dal 1978 che l’Arabia Saudita mostra interesse nei confronti della Formula 1, sia per le caratteristiche globali dell’evento che, ovviamente, per il possibile ritorno economico derivanti dalle varie sponsorizzazioni. Al tempo fu la Williams che si accaparrò il logo Fly Saudia, messo in bella mostra sulle auto inglesi che vinsero i mondiali costruttori 1980 e 1981, insieme a quello piloti del 1980 con Alan Jones. Recentemente, invece, c’è stata la partecipazione del fondo nel capitale azionario di McLaren e Aston Martin, l’ingresso del tracciato di Gedda e la presenza di Aramco, come sponsor dello sport. Per questo non è sembrato poi tanto strano l’interesse arabo per l’acquisto del business della F1, che si è andato a scontrare con il muro posto da Liberty Media.
Tuttavia, i piani dei sauditi restano grandi, come ha confermato lo stesso presidente del motorsport dell’Arabia Saudita, il principe Khalid bin Sultan Al Abdullah Al Faisal: “Per noi la Formula 1 è un evento internazionale molto importante. Abbiamo creato tanti posti di lavoro e tante persone oggi lavorano al progetto F1, con l’istituzione della Saudi Motorsport Company per gestire e organizzare eventi come il GP. In linea con la nostra politica Vision 2030, vogliamo dare ai nostri connazionali nuove prospettive di carriera. L’intenzione è quella di creare futuri ingegneri, team manager, team principal. Personalmente ho lavorato per tanto tempo a stretto contatto con la Formula 1 e sono orgoglioso di vedere i nostri progressi negli ultimi 40 anni. Questa eredità ci ha portato ad ospitare un GP e un giorno potrebbe allargarsi sino a farci avere il nostro team saudita di F1. Vogliamo sviluppare la tecnologia nelle scuole e fare in modo che si abbiano materiali e pezzi per costruire qui da noi le monoposto. Potrebbe esserci anche un investimento in carburanti sintetici, biocarburanti o sull’idrogeno. Vogliamo anche un campione saudita, un pilota capace di vincere gare internazionali. Insomma abbiamo grandi progetti e speriamo che tra 10 o 20 anni ci siano sempre più arabi e aziende saudite impegnate in F1“.