E’ un racconto, ma in qualche modo è anche una denuncia. Perché ad accorgersi che un pilota non è in grado di correre non può essere – e non deve essere – un altro pilota. Ma andiamo per ordine, perché la storia è di quelle che fanno venire i brividi e il protagonista è un certo Marc Marquez. E’ stato proprio l’otto volte campione del mondo, infatti, a raccontare che suo fratello Alex gli ha letteralmente salvato la vita in Indonesia.
A Mandalika Marc Marquez non si sentiva in forma e durante il warm up è stato protagonista di una bruttissima caduta. Niente di rotto e ritorno al box sulle proprie gambe, ma qualcosa non funzionava come avrebbe dovuto. Solo che Marc, così deciso a essere della partita come tutti i piloti quando c’è di mezzo una gara, non se ne è reso conto e, ancora peggio, non se ne sono resi conto quelli che lo hanno sottoposto a tutti gli accertamenti medici per stabilire se fosse in grado di correre o meno. “Quando sono tornato in pista vedevo male, vedevo doppio – ha ammesso Marc Marquez – Ma io volevo correre e mi sono detto che sarebbe passato”. Fortunatamente non lo ha detto solo a se stesso, ma anche a suo fratello Alex che invece, come raccontano i due nel documentario All In Marc Marquez, ha capito subito che sarebbe stato pericoloso.
“S’è confidato con me, abbiamo parlato, gli ho preso la testa tra le mani e l’ho implorato di non correre – ha raccontato proprio Alex - Ho visto dove aveva battuto la testa e con quale violenza e gli ho spiegato che avevo brutte sensazioni. Dopo il riscaldamento ero nel suo ufficio e ricordo che il capomeccanico, Santi Hernandez , è entrato per dirgli che era tutto pronto per scendere di nuovo in pista. E’ il suo lavoro, ci mancherebbe, ma proprio in quel momento mi sono convinto ancora di più che non avrebbe dovuto correre. Mi sono opposto con decisione, ribadendo a Marc che di gran premi ce ne sono tanti, ma la vita è una sola e per fortuna mi ha ascoltato. Forse aveva solo bisogno di qualcuno che lo calmasse un attimo e lo facesse ragionare”.
Presentimenti negativi e brutte sensazioni, quindi, con Alex Marquez che è in qualche modo riuscito a far desistere suo fratello dal salire nuovamente in moto. Il resto lo ha raccontato proprio Marc: “Non avevo capito in quel momento cosa stavo rischiando, non m’era sembrata una caduta più grave di altre, ma dopo aver parlato con Alex ho realizzato che avevo fatto un brutto volo e che effettivamente i miei occhi non vedevano come sempre. E lì mi sono convinto, dicendomi ‘ok, non corro’”. Meglio così, viene da dire, ma una domanda, francamente, non riusciamo a non farcela: è normale che ad accorgersi della situazione e delle reali condizioni di Marc Marquez sia stato suo fratello Alex invece di chi è lì proprio per tenere sotto controllo i piloti e la loro innata voglia di correre sempre e a qualunque costo?