La FIA, attraverso una nota esplicativa fornita a piloti e team, messa anche a disposizione del pubblico, ha chiarito cosa è consentito e cosa no per quanto riguarda l’espressione delle proprie opinioni personali, politiche o religiose durante i weekend di gara gestiti direttamente dalla Federazione. L’atteggiamento dei piloti che daranno voce a commenti inadeguati su queste tematiche, verrà analizzato caso per caso dagli steward. Quindi cosa rischiano Lewis Hamilton o Lando Norris (dal momento che hanno promesso di far battaglia contro il bavaglio che vuole imporre la Federazione), o altri, nel caso in cui decidessero di non rispettare le disposizioni date dalla FIA? Potrebbero incorrere in una delle sanzioni previste dal Codice, che contiene 15 punizioni diverse: 11 sono sportive.
E sono: ammonizione, reprimenda, multa, obbligo di svolgere un’attività di interesse pubblico, cancellazione dei tempi di gara, di qualificazione e di prova di un pilota, perdita di una o più posizioni in griglia di partenza, partenza dalla pit lane, penalità di tempo, giri di penalità, perdita di posizioni in classifica, drive-through, stop&go o stop&go con obbligo di restare fermi per un determinato lasso di tempo, squalifica, sospensione ed esclusione. Mediamente i piloti hanno le mani abbastanza legate, dal momento che non possono esprimere opinioni politiche o mandare messaggi di natura sociale, a meno che non chiedano un permesso scritto alla FIA almeno quattro settimane prima dell’evento in questione. Viene da chiedersi come sceglieranno di comportarsi d'ora in avanti...