Che su Marc Marquez potrebbero non avercela raccontata tutta sono in molti a pensarlo. Tra questi anche Manuel pecino, giornalista spagnolo da sempre al dentro delle vicende della MotoGP che recentemente, ospite del podcast di Giovanni Zamagni e Moto.it, è stato decisamente esplicito: “Sono pronto ad affermare davanti al Papa che Marquez non si è fatto male in allenamento”. E ancora: “L’ultima visita effettuata non è stata così positiva come si vuole far intendere”.
Pensieri che Manuel Pecino ha avuto il coraggio di esplicitare, ma che appartengono a tanti nel paddock e non solo agli operatori dell’informazione. Anche perché il comunicato stampa recentemente diramato da Honda dice molto poco e si limita ad un laconico “Marc potrà proseguire gli allenamenti fisici”. Niente moto, quindi, con i test di Sepang che, però, incombono sul calendario, visto che andranno in scena nella prima settimana di febbraio. Difficile, in questo scenario, fare una qualunque ipotesi sul ritorno o meno del fenomeno di Cervera e, soprattutto, sui tempi che occorreranno a Marc Marquez per rimettersi in sella. Ma, ancora di più, è difficile rispondere ad un’altra domanda: quando Marquez tornerà sarà lo stesso di sempre?
Una domanda che si è posto anche un certo Casey Stoner. Uno che non ha mai amato particolarmente Marc Marquez, ma che di motomondiale e di brutti incidenti se ne intende parecchio. “Se non guidi – ha detto Stoner - non si sviluppano nemmeno i muscoli specifici che servono per andare in moto. Più stai fermo e più tempo sarà necessario per ritrovare la migliore condizione. E poi c'è la paura di farti ancora del male in quel modo. È impossibile immaginare cosa stia attraversando Marc, solo lui può sapere come si sente realmente e cosa prova. Ha avuto un infortunio che ha richiesto tempi di guarigione molto lunghi e con molte complicazioni. Questo ha un effetto, ovviamente. Poi adesso c’è il problema all’occhio e ci vorrà del tempo per tornare in forma anche mentalmente: le persone sottovalutano sempre il tempo necessario per rimettersi in forma. Non c'è sostituto per guidare una MotoGP, non importa quanto ti alleni. Anche una Superbike non si avvicina nemmeno a quello che si vive in una MotoGP".
Al di là della solidarietà a Marc Marquez, però, il problema adesso è anche sulle spalle di Honda, "rea" di aver costruito una moto intorno al pilota di Cervera. Qualcosa che proprio ai tempi di Stoner aveva fatto anche la Ducati, con conseguenze che poi sono durate anni. Ad riconoscerlo è lo stesso pilota australiano: "Marc è stato molto bravo a coprire alcuni dei problemi dellamoto - ha concluso - Lui è sempre stato forte in frenata, quindi hanno ottimizzato la moto sui freni, ma quando hai un punto di forza sulla moto la rendi estremamente debole in altre aree perchè non puoi avere tutto allo stesso tempo e adesso che Marc non c'è è inevitabile che la Honda soffra"